Ebrei provenienti dalla Germania iniziano a stabilirsi a Ferrara già negli anni Trenta del Cinquecento. La sinagoga di rito tedesco, dopo alterne vicende, viene portata nel complesso di via dei Sabbioni (via Mazzini) nel 1603, prima le funzioni si svolgevano in un oratorio in via della Vittoria.

L’aula ha subìto vari rimaneggiamenti nel Settecento, nell’Ottocento e nei primissimi anni del Novecento. Gli ultimi restauri risalgono al 1945, per riparare i danni delle devastazioni sofferte durante la seconda guerra mondiale, in particolare dell’irruzione delle truppe fasciste del 21 settembre 1941.

La sinagoga tedesca è un’elegante aula rettangolare con volte a botte. La parete di sinistra è decorata con stucchi di Gaetano Davia – autore anche di alcune decorazioni del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara – mentre sulla parete destra si trovano cinque finestre e altrettanti finestroni semicircolari da cui filtra la luce: il loro numero simboleggia i cinque libri della Torah. Dietro la parte alta della parete d’ingresso c’è il matroneo, oggi non più in uso per il culto ma incluso nel percorso museale. Lungo il perimetro superiore della sala sono incisi versetti tratti dai Salmi. Sulla parete di fronte all’ingresso, dietro la balaustra di marmo proveniente dall’ex Tempio Italiano, si trovano la bimah (la tribuna da cui si legge la Torah) e l’aron ligneo del XVII secolo (armadio dove sono custoditi i rotoli della Torah).