Max Ascoli antifascista, intellettuale, giornalista - page 19

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so anche a quei colleghi e studiosi che per vari motivi non hanno ritenu-
to di consegnare agli atti i loro interventi: Leonardo Rapone, Davide Grip-
pa e Alberto Cavaglion. Peter Ascoli portò al convegno un’interessante (e
partecipata) testimonianza sulla figura del padre: Vita Paladino, direttri-
ce dell’Howard Gotlieb Archival Reserach Center della Boston University,
luogo di conservazione delle carte di Max Ascoli ci parlò dell’importanza
di questo fondo. Anche a loro rivolgo un sincero grazie.
Grande appassionata della cultura italiana, su iniziativa della stessa Vi-
ta Paladino e con la collaborazione del Consolato Generale Italiano di Bo-
ston, il 18 novembre 2008 si tenne presso il Gotlieb Archival Research
Center una mostra ed un colloquio dedicato alla figura di Max Ascoli. In
questo modo non solo si stabilì un ponte diretto tra Italia e America, ma si
completò il panorama presentato nel convegno ferrarese. All’incontro par-
tecipò anche Rosaria Campioni che portò i saluti ufficiali della regione
Emilia-Romagna. Nel ricordare con grande piacere quest’iniziativa “gemel-
la” non posso non ringraziare Charles Maier e Spencer Di Scala che, ol-
tre a chi scrive, intervennero in quella occasione e l’allora Console Liborio
Stellino che ebbe una parte decisiva nell’organizzazione dell’incontro che
fu ospitato dalla Boston University.
Anna Quarzi e tutto lo staff dell’Istituto di storia contemporanea di Fer-
rara, nel quale inserisco anche Giordano Fildani che ha curato le traduzioni
dall’inglese, hanno rappresentato un supporto indispensabile in questi anni
di lavoro sia nella fase di organizzazione del convegno sia nella preparazio-
ne di questo libro: un ringraziamento particolare va inoltre rivolto a Giulia
Aguzzoni e Violetta Fini che si sono accollate l’onere della preparazione
dell’indice dei nomi. Ho completato la realizzazione del volume nel perio-
do di congedo trascorso durante l’anno accademico 2010-11 presso il Cen-
ter for European Studies di Harvard University, istituzione che, come in al-
tre occasioni, mi ha offerto le migliori condizioni di lavoro e un ambiente
particolarmente stimolante per lo studio. Ringrazio per la loro disponibi-
lità e per l’attenzione dimostrata alle mie ricerche Charles Maier e Trisha
Craig; così come, in una frase di grande difficoltà per l’università italia-
na, non posso non menzionare la Banca Popolare di Verona, l’Associazio-
ne Nazionale fra le Banche Popolari e Paolo Marzotto, con l’Associazione
Progetto Marzotto, che con il loro sostegno mi hanno consentito di portare
a termine quest’ennesima esperienza di ricerca in terra americana.
R.C.
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