Scheda: Luogo - Tipo: Isolato

Ghetto di Cento

Ghetto di Cento. Fotografia di Federica Pezzoli, 2015. © MuseoFerrara

Il ghetto o recinto israelitico di Cento viene istituito in quella che è già zona di insediamento della comunità ebraica dal XIV secolo. Comprende gli edifici che fanno angolo fra le attuali via Olindo Malagodi e via Marcello Provenzali, sulle quali si trovano gli accessi principali.


Lat: 44.727278 Long: 11.291691

Notizie dal: 1390
Primi insediamenti

Notizie dal: 1624 - 1636
Istituzione del ghetto

Notizie dal: 1796
Prima apertura del ghetto

Variazione: 1831 - 1833
Apertura definitiva del ghetto

Trasformazione: XX Sec. (1900-1999)
Recupero e trasformazione in quartiere residenziale

Categorie

  • borgo | ghetto

Tag

  • Ferrara ebraica

1. La storia

Nel 1624 Papa Urbano VIII ordina ufficialmente la concentrazione degli ebrei della legazione pontificia nei ghetti di Ferrara, Lugo e Cento, ma è solo nel 1636 che il legato pontificio bolognese Stefano Durazzo detta le norme relative a quest’ultimo. La scelta cade su un’area centrale della cittadina, fra via Grande (oggi via Marcello Provenzali) e il Borgo di Domani (oggi via Olindo Malagodi), già abitata da alcune famiglie di ebrei centesi.

I cancelli verranno aperti una prima volta dai francesi nel 1796 e poi definitivamente fra 1831 e 1833. Negli ultimi decenni dell’Ottocento inizia un periodo di declino e di emigrazione che, ai primi del Novecento, porta all’aggregazione della comunità ebraica di Cento con quella di Ferrara.

Negli anni della guerra la sinagoga subisce due volte la devastazione da parte dei fascisti, che sottraggono tutti gli antichi arredi tessili. Inoltre con l’insediamento nel ghetto di un comando tedesco vengono bruciati parte della sinagoga e libri, manoscritti e documenti custoditi nei locali attigui. Quello che si è riusciti a salvare è stato trasferito a Ferrara: il portale e i banchi ottocenteschi della sinagoga, un aron (armadio dove sono custoditi i rotoli della Torah) e una bimah (la tribuna da cui si legge la Torah) lignei forse provenienti da un oratorio privato e alcuni oggetti di arte sacra. L’aron barocco della sinagoga pubblica è stato portato in Israele nel 1954 e si trova in una sinagoga di Natanya.

2. Le caratteristiche

La struttura del ghetto di Cento è un esempio di case tutte affaccianti su un cortile principale (hatser), cui si accede da via Provenzali, e due cortili secondari molto più piccoli, che danno su via Malagodi. I due passaggi sono coperti da voltoni che sboccano sotto i portici delle vie, ma l’accesso di via Provenzali è stato modificato da un rifacimento degli anni Sessanta del Novecento.

Dopo l’apertura definitiva e il progressivo abbandono da parte degli abitanti, gli edifici hanno subito un progressivo decadimento fino alla fine degli anni Novanta, quando un’impresa privata locale ha iniziato i lavori di recupero sotto la guida dell’IBC (Istituto per i Beni Artistici e Culturali). Grazie a questi lavori sono ancora riconoscibili la struttura esterna degli edifici e il cortile interno su cui si affacciano i balconi ornati da ringhiere in ferro battuto, compreso quello della sinagoga sopra l’entrata di via Provenzali, i voltoni di accesso e l’ingresso alla sinagoga, una scala elicoidale originale e i percorsi intricati di scale interne.

Oggi la zona del ghetto è un quartiere residenziale di pregio.

Fototeca

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Ente Responsabile

  • Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Autore

  • Federica Pezzoli
  • Sharon Reichel