Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Alfonso II d'Este

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Figlio di Ercole II e Renata di Francia, fu il quinto e ultimo duca di Ferrara, Modena e Reggio, dal 1559.

 


Nascita: 28 Novembre 1533

Morte: 27 Ottobre 1597

Istruito secondo la attenta e raffinata educazione letteraria e cavalleresca, la vita di Alfonso II d’Este è caratterizzata dal perseguire onori e titoli, e ciò sin dalla giovinezza, quando, segretamente dal padre, Ercole II, egli si recò in Francia e, accolto da Enrico II, ingaggiò azioni di guerra nelle Fiandre, dove ebbe modo di tornare nel 1556, questa volta col consenso paterno, una volta che fu nuovamente a Ferrara (1554) e a seguito della riconciliazione con Ercole II.

È questa la prima delle circostanze di una esistenza condotta all’insegna dell’ambizione e del costante obiettivo di affermare la grandezza della propria durevole e nobile stirpe, nonostante, proprio con lui, fosse destinata a estinguersi. Tale sete di potere lo portò a cercare di ottenere un ruolo privilegiato nella lotta tra le varie casate della penisola, ma lo indusse a estendere le proprie mire ben oltre i confini italici, a livello europeo: nel 1566 Alfonso II si recò in Ungheria a soccorrere l’Imperatore d’Austria, di cui l’anno precedente aveva sposato la figlia Barbara, contro i Turchi, perorando una causa che si risolse in una rovinosa sconfitta; ancora, nel 1574 tentò, anche in questo caso invano, di strappare la corona polacca, rimasta vacante

 

Vita di corte: il mecenatismo artistico e il terremoto del 1570

La corte estense, sotto Alfonso II, raggiunse alte vette di splendore. Oltre al celeberrimo poeta di corte Torquato Tasso, numerosi furono i poeti e gli artisti ospiti, in continuità con la tradizione degli Este. Quel periodo è stato particolarmente fiorente per le arti: risalgono ad allora le cavallerie, spettacoli particolarmente sfarzosi tra recitazione, danza, musica e canto. Quest’ultimo, in particolare femminile, ebbe uno straordinario sviluppo, che fece di Ferrara la capitale del madrigale. Particolarmente famoso divenne il gruppo delle Dame di Ferrara, selezionato personalmente da Margherita Gonzaga, terza moglie di Alfonso II, e costituito dall’arpista Laura Peperara, dalla liutista Anna Guarini, e dalla Violinista Livia d’Arco. Pur esibendosi quotidianamente in quello che fu noto come il concerto secreto, nelle stanze di Margherita, la loro fama divenne leggendaria.

Tuttavia, tali sfarzi si dovevano alla concentrazione del duca sulla corte, che corrisposero, fra l’altro, all’aumento della pressione fiscale sulla popolazione. Tali aspetti, assieme a carestie e pestilenze, contribuirono a minare il consolidato benvolere dei sudditi nei confronti della famiglia esense.

Indimenticabile, nel periodo del suo ducato, il terremoto del 1570, il primo di una sequenza sismica protrattasi fino al 1574, che colpì violentemente la città. Esso sia abbatté su Ferrara, tanto su un piano concreto quanto a livello di prestigio, dal momento che venne interpretato come segno divino contro la città e la dinastia che la guidava.

Fu un danno enorme per gli Este, a livello economico (le fonti attestano danni per circa 300.000 scudi, che si ripercossero anche sulla popolazione, attraverso una fiscalità opprimente) come di stima. Quest’ultimo aspetto, sommandosi alla mancanza di eredi di Alfonso II, fu strategicamente utilizzato dal papato per insidiare il consenso di cui la casata godeva. «Così l'importante sequenza sismica iniziata nel novembre 1570 divenne, subito dopo le tre forti scosse del 16 e del 17 di quel mese, una sorta di grimaldello nella diplomazia di Pio V per incrinare il prestigio estense in città e per mettere in discussione il regime ducale agli occhi dei sudditi e delle altre corti italiane. Di qui gli sforzi compiuti da Alfonso II d'Este (figlio di un'eretica dichiarata come Renata di Francia) per allontanare da sé qualsiasi ombra di peccato, mostrandosi ottimo cattolico e cercando con ogni mezzo di minimizzare agli occhi del mondo i danni causati dal terremoto» (E. Guidoboni, M. Folin, Terremoti a Ferrara e nel suo territorio: un rischio sottovalutato, https://rivista.fondazionecarife.it/it/2010/item/735-terremoti-a-ferrara-e-nel-suo-territorio-un-rischio-sottovalutato).

 

L’estinzione della discendenza estense e la devoluzione

Con Alfonso II si estinse il ramo legittimo degli Estensi. Anche per l’inesausta ricerca di un erede, egli ebbe tre mogli — Lucrezia de' Medici, figlia di Cosimo I (morta nel 1561), Barbara d'Austria, figlia dell'imperatore Ferdinando I (morta nel 1572), e Margherita Gonzaga, (che gli sopravvisse, per morire nel 1618) —, ma non ebbe mai figli, né legittimi né illegittimi, né, del resto, avrebbe potuto averne.

In assenza di figli, Alfonso II designò come erede, tra i parenti illegittimi di Montecchio, Cesare. Quest’ultimo, privo di sostegno, nel 1598 spostò la capitale a Modena e aprì definitivamente le porte alla rivendicazione papale del possesso di Ferrara, in quanto antico feudo papale, e dunque alla cosiddetta devoluzione ferrarese del 1598, ovvero il suo trasferimento dal potere estense a quello pontificio.

 

Testimonianze

«Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritogli
al furor di fortuna e guidi in porto
me peregrino errante, e fra gli scogli
e fra l'onde agitato e quasi absorto,
queste mie carte in lieta fronte accogli,
che quasi in voto a te sacrate i' porto.
Forse un dì fia che la presaga penna
osi scriver di te quel ch'or n'accenna.»

(T. Tasso, Gerusalemme liberata, I, 4)

 

«La vanità di Alfonso era tale che, quando finalmente fu creato dall'imperatore Massimiliano II "duca dell'impero di prima classe", pretese di essere chiamato non più "Eccellenza" o "Illustrissimo" ma "Altezza" e "Serenissimo", alla pari dei principi del sangue, dando così l'estro all'ambasciatore mediceo a Ferrara, lo scanzonato e bizzoso Bernardo Canigiani, di scrivere in un dispaccio a Firenze: "Il signor Duca ... se ne andò alli 23 del passato mese di marzo a Belriguardo, havendo ordinato che in queste valli nubilose et negre s'usasse l'Altezza e il Serenissimo, ch'è proprio come chiamar Gian bianco un moro...".»

(L. Chiappini, L’inquieto ‘Serenissimo’, in https://rivista.fondazionecarife.it/it/2000/item/283-linquieto)

 

Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Barbara Pizzo