Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Antonio Musa Brasavola

Antonio Musa Brasavola fu medico della famiglia estense e professore all’Università di Ferrara. A lui si devono molte opere sulla Medicina e Botanica.


Nascita: 16 Gennaio 1500

Morte: 06 Luglio 1555

Categorie

  • docente universitario | medico | botanico

Tag

  • Antonio Musa Brasavola | botanica | Famiglia degli Estensi | Ercole I | Alfonso I | Ercole II

Dall’infanzia agli anni universitari

Antonio Musa Brasavola nasce il 16 gennaio 1500 nella casa paterna di Via Saraceno nel centro storico di Ferrara. Cresce con la madre dopo la prematura morte del padre Francesco, medico e Lettore di Pratica medica all’Università di Ferrara, da cui apprende la passione per lo studio. Fin da fanciullo Antonio Musa sembra devoto alla vita ecclesiastica, tanto da diventare chierico del Duomo di Ferrara e studente di Diritto civile e canonico all’Università di Ferrara. Successivamente il suo interesse verso la scienza inizia a crescere ed intraprende lo studio delle Arti Liberali, che comprendevano la Medicina, inseguendo le orme del padre. In questi anni ha la fortuna di incontrare grandi intellettuali, medici e naturalisti come Celio Calcagnini (1479-1541), Niccolò da Lonigo detto Leoniceno (1428-1524) e Giovanni Manardi (1462-1536) i quali erano i tre luminari innovatori dell’Ateneo ferrarese. Grazie al loro contributo l’Università inizia a godere di fama locale e si apre la strada a nuovi metodi di studio e di ricerca avviati nel Rinascimento, verso l’osservazione diretta della realtà e della natura.

Durante il periodo universitario Antonio Musa viene scelto ad insegnare Dialettica e nel 1519, a diciannove anni, si laurea in Arti e Medicina.

 

Il legame con la corte degli Estensi

Dal 1520 ha inizio la sua carriera di medico presso la corte del duca Ercole I (1431-1505), con il quale instaura un buon rapporto. Soprattutto con Alfonso I (1476-1534) si rafforza il legame con la famiglia estense, tanto da essere ospite dei viaggi del Duca per andare alla ricerca di piante e erbe non ancora conosciute. Brasavola si accorge che i testi antichi di Teofrasto, Dioscoride e Plinio riportano solo alcuni vegetali e in realtà osservare direttamente le piante dei boschi e prati, è più produttivo e permette l’individuazione di altre specie. Successivamente tutte le sue osservazioni vengono raccolte nel libro Examen omnium simplicium medicamentorum pubblicato nel 1536.

Antonio Musa continua a lavorare come medico di corte anche con Ercole II, il quale favorisce i suoi studi facendo venire dall’Oriente erbe medicinali e piante rare. Nel settembre del 1535 il Duca si reca a Roma per ossequiare il nuovo papa Paolo III, assieme a Brasavola; il viaggio prosegue a Napoli dove incontrano l’imperatore Carlo V (1500-1558). In quell’occasione il Brasavola riceve il privilegio di assumere il titolo di conte palatino (1) dall’imperatore. Mentre in patria, il 25 gennaio 1536, riceve l’incarico di insegnare dalla cattedra dell’Università di Ferrara gli Aforismi di Ippocrate e i Commentari di Galeno.

 

Medico di principi e papi

Nell’iscrizione dedicata ad Antonio Musa è detto che egli fu medico di tre pontefici: Leone X, Clemente VII e Paolo III; tuttavia Leone X è morto nel 1520, anno in cui il giovane medico aveva iniziato ad esercitare la sua professione. Inoltre, Leone X nemico di Alfonso I, non sarebbe mai ricorso a un medico ferrarese. (2) Lo stesso ragionamento si potrebbe applicare per Clemente VII, in quanto durante il suo pontificato, il Brasavola era medico del duca estense dal 1528.

Rimane comunque una figura importante appartenete alla corte estense.

 

Morte e riconoscimenti

Antonio Musa Brasavola, a cinquantacinque anni, muore nella sua città natale il 6 luglio 1555.

La sua salma era deposta nel sepolcro di famiglia, nella chiesa di Sant’Andrea di Ferrara.

Di lui si ricorda una medicina contro la podagra (3), che prese il nome di “brasaulica”, un cerotto per le ernie, e un purgante – uno sciroppo dolce che viene molto lodato dal celebre medico modenese Gabriele Filippo. (4) Inoltre il Brasavola racconta che aveva confezionato per Ercole II (1508-1559) una bevanda alcoolica, chiamata “acqua ardente”, con l’intento di prolungargli la vita.

Fu il primo a usare nel 1526 a Ferrara il “Guaiaco”, un legno proveniente dall’America, per curare Enea Pio, dei signori di Sassuolo, da lue venerea (5).

Infine, si interessò di botanica e nella sua abitazione di Via Montebello possedeva un orto botanico.

 

Note

  1. Conte palatino: era il titolo associato ad una delle più illustri cariche dell'alto medioevo; esso perse gradatamente d'importanza nei secoli fino a divenire, soprattutto nel XV secolo, una merce di scambio utilizzata dagli imperatori nei confronti dei propri vassalli per far cassa. (Wikipedia)
  2. Lazzari, Alfonso, Uno scienziato ferrarese del Cinquecento: Antonio Musa Brasavola, Ind. grafiche, 1952, pp. 22
  3. Podagra: Gotta del piede
  4. Lazzari, Alfonso, Uno scienziato ferrarese del Cinquecento: Antonio Musa Brasavola, Ind. grafiche, 1952, pp. 28
  5. Lue venerea: sinonimo di Sifilide. In origine, la parola significava più genericam. malattia contagiosa, e perciò la sifilide era indicata con gli aggettivi lue venerea o celtica o gallica. (Treccani)

 

Luoghi correlati

Ente Responsabile

  • Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara