Scheda: Evento - Tipo: Storico

La festa memorabile del 1574 in onore del re di Francia

François Quesnel (attribuito a), Ritratto di Enrico III di Francia, olio su tavola, 1580 circa, Poznañ, Museo Nazionale

Le pendici della colossale Montagna di San Giorgio furono illuminate dalla profusione di luci impiegate nel banchetto organizzato da Alfonso II d'Este in onore del re di Francia Enrico III di Valois, la sera del 30 luglio 1574.

 


Data dell'evento: 30 Luglio 1574

Indice

Cenni storici

Tutte le fonti documentarie concordano nel giudicare indimenticabile lo spettacolare banchetto imbandito alle pendici della montagna la sera del 30 luglio 1574: il convitato principale fu nientemeno che il neo re di Francia Enrico III, di ritorno dalla Polonia, accompagnato dai duchi d'Angoulême, Nevers e da centinaia di dignitari. Pochi giorni prima, venne fatta costruire una loggia di legno dipinta in finto marmo con timpani, dettagli architettonici interamente riprodotti in stucco, al pari dei putti alle pareti che reggevano le torce. Al di sotto della imponente struttura, riccamente impreziosita con velari, ghirlande vegetali e fiori di seta, presero posto gli illustri ospiti, affiancati da ottanta dame ferraresi che Alfonso II volle vestite di broccato d'oro, nonostante il caldo estivo: lo scopo era quello di ostentare attraverso il lusso vestiario l'opulenza della nobiltà estense sotto l'egida del duca.

Anche le due grotte della montagna furono per l'occasione tramutate in vere e proprie camere delle meraviglie: la suggestione lasciava il passo allo stupore di fronte agli inganni di quegli specchi applicati in volta e forse anche in parete, utili a moltiplicare forme, deformare sembianze, amplificare la luce solare rifratta da curiose piramidi ottagonali invetriate poste in sommità.

Per la preparazione scenotecnica degli spettacoli offerti ai convitati, furono scomodati in brevissimo tempo pittori, falegnami, architetti, sarti e giardinieri. Solamente il pittore Rinaldo Costabili realizzò cinquanta cavalieri di stucco posti su altrettanti cavalli automi facenti parte di un esercito armato diretto all'attacco del fiabesco castello di legno costruito direttamente sull'acqua della grande peschiera lunga oltre 200 metri, situata ai piedi della montagna (lungo l'attuale Viale Alfonso I d'Este): progettato da Pirro Ligorio e Marco Antonio Pasi, il maniero era ricoperto di tele “dipinte con bell'arte” da Giulio Marescotti e da Giuseppe Mazzuoli detto il Bastarolo.

L'unicità dell'evento era costituita dal gioco di fuochi pirotecnici e cascate iridescenti direttamente dalle torri del castello galleggiante, con grande stupore del sovrano francese fino a quando non sopraggiunse un tragico incidente: all'interno del maniero presero fuoco improvvisamente alcune tele di copertura, innescando un incendio che uccise molti degli inservienti nascosti all'interno per la manovra degli effetti speciali, oltre a ferire gravemente quanti riuscirono a liberarsi e gettarsi nelle acque della peschiera. Il fatto funesto non lasciò indifferente il superstizioso Enrico III, che l'indomani lasciò Ferrara senza troppe cerimonie.

 

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara