MEIS versione Beth[a] all'inizio di un percorso lungo 22 secoli - page 54-55

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luci d’Italia ebraica
Una stupenda foto scattata dalla ISS dall’astronauta Giancarlo
Nespoli alla metà di novembre del 2010 mostra l’Italia di notte,
disegnata da un reticolo fittissimo di luci.
Abbiamo ricreato la stessa atmosfera illuminando virtualmente
via via le tantissime città, grandi e piccole, i borghi e i villaggi in
cui gli ebrei hanno vissuto nel nostro Paese nel corso di venti-
due secoli.
Infatti, dal II secolo a.E.C., la costante presenza ebraica nella
penisola è stata caratterizzata da continue migrazioni interne.
Gli insediamenti più antichi, oltre a quello di Roma nato con gli
ambasciatori Maccabei, furono principalmente nel Meridione:
da allora, lungo tutto l’alto Medioevo, le comunità del sud, con
la loro ricchezza sociale, economica e culturale, figurarono tra
le protagoniste più prestigiose della
koinè
ebraica internazio-
nale che riconosceva grande autorità agli studiosi delle accade-
mie di quell’area. Non a caso, il rabbino alsaziano Jacob Tam
(1100-1171), uno dei più importanti commentatori di tutti i
tempi, a proposito dei dotti colleghi di quelle terre, chiosava:
«Da Bari viene la Legge e da Otranto la Parola del Signore»,
parafrasando, nella composizione dell’elogio, le parole del pro-
feta Isaia «da Sion uscirà la Legge e la Parola di Dio da
Gerusalemme» (
Is.
, 2,3).
A partire dall’anno Mille e via via sempre più, spuntarono
minuscole e fiorenti comunità in Val Padana, lungo tutto il
corso del Po. Poi, dopo le espulsioni da tutti i territori spagnoli
alla fine del Quattrocento, molti degli ebrei che risiedevano al
sud e che decisero di non convertirsi, si spostarono nuova-
mente verso nord, parte di nuovo a Roma e poi oltre gli
Appennini. Inoltre, negli stessi anni, la comunità ebraiche ita-
liane erano diventate rifugio per gli ebrei in fuga dalla Spagna,
dal Portogallo, dalla Francia e dai paesi di lingua tedesca. E
dopo l’istituzione dei ghetti, gli ebrei italiani furono costretti a
ulteriori spostamenti: le concessioni fatte loro variavano conti-
nuamente in base alle pressioni della Chiesa, alle condizioni
economiche dei vari Stati preunitari – e quindi alla necessità
dell’apporto economico e commerciale che i regnanti del luogo
speravano avrebbero portato le comunità – e all’intolleranza.
Dopo l’Unità d’Italia gli ebrei si stabilirono anche in grandi
città che, per svariati motivi, fino ad allora erano state loro pre-
cluse: ritornarono così a vivere anche a Milano, da dove erano
stati cacciati alla fine del XV secolo.
Attualmente, esistono 21 comunità ebraiche ufficialmente
riconosciute, alcune molto piccole altre più grandi e particolar-
mente attive che, in tutto il Paese, nonostante i numeri ridot-
tissimi, mantengono viva e vivace la straordinaria tradizione
dell’ebraismo italiano.
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