Scheda: Oggetto - Tipo: Documento

La visita

La veduta della stazione dal parabrezza

Regia: Antonio Pietrangeli

Interpreti: Sandra Milo, François Périer, Mario Adorf,

Sceneggiatura: Giuseppe De Santis, Ruggero Maccari, Ettore Scola

Fotografia: Armando Nannuzzi

Montaggio: Eraldo da Roma

Musica: Armando Trovajoli

Durata: 107’

In seguito a un annuncio matrimoniale tra Pina (Milo) e Adolfo (Périer) nasce una corrispondenza. Quando finalmente si conoscono, viene a galla la natura egoista e meschina di lui, commesso di libreria; tutto si spegne dopo una notte d’amore e un commiato imbarazzante.


Realizzazione: 1963

Categorie

  • via | regista | re | porta | ferrovia | famiglia | cinema

Tag

  • Ferrara set ideale

Location

Cattedrale

Stazione ferroviaria

 

Commedia amarognola tra le migliori di Pietrangeli che si schiera dalla parte della protagonista, una donna – secondo il regista – «che sta a mezz’aria tra il proletariato contadino e la piccola borghesia provinciale» (Lourcelles) e che cerca disperatamente di vincere la solitudine. Il personaggio maschile, invece, rappresentato come un uomo volgare, meschino, avido e ipocrita, non è però né una marionetta né un mostro: «Adolfo è, nella sua banalità, uno dei personaggi più neri che ci abbia mostrato la commedia all’italiana» (idem).

Il regista

Antonio Pietrangeli (1919-1968) durante gli anni Quaranta scrive nelle la riviste «Cinema» e «Bianco&Nero»; in seguito collabora alla sceneggiatura di Ossessione di Visconti e ad altri progetti che si concretizzano in alcuni capolavori nel nostro cinema di Europa ’51 di Rossellini (1952), Fabiola di Blasetti (1949) e La Lupa di Lattuada (1953). Nel 1953 realizza il suo primo lungometraggio Il sole negli occhi, mentre nel 1955 gira la commedia all’italiana Lo scapolo con Alberto Sordi; in seguito realizza Io la conoscevo bene (1965), con Stefania Sandrelli, Nino Manfredi e Ugo Tognazzi; Adua e le compagne (1960); Fantasmi di Roma (1961) con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo e Sandra Milo, e cura l’episodio Fata Marta, con Sordi e Capucine, del film collettivo Le fate, co-diretto assieme a Salce, Monicelli e Bolognini (1966). Pietrangeli morì per annegamento durante le riprese di Come, quando, perché (1969) co-diretto con Valerio Zurlini.

Collaboratori&cast

In questa pellicola, la sceneggiatura è firmata oltre che da Giuseppe De Santis (vedi scheda di Ossessione) e Ruggero Maccari, anche da una delle figure-chiave del nostro cinema, vale a dire Ettore Scola.

 

Ettore Scola (1931-2016) da ragazzo collabora, in qualità di illustratore, con il «Marc’Aurelio», il giornale umoristico della Facoltà di Giurisprudenza di Roma; a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta inizia a redigere sceneggiature, spesso assieme a Ruggero Maccari, e firma alcuni lavori importanti come Il sorpasso (1962) e I mostri (1963) di Dino Risi, Io la conoscevo bene di Pietrangeli (1965) che si aggiudica il Nastro d’Argento per la Migliore sceneggiatura. Scola lavora inoltre come assistente alla regia accanto a Carlo Lizzani in Il carabiniere a cavallo (1961). A partire dal 1964 Scola inizierà a girare film, esordendo con Se permettete parliamo di Donne, in cui troviamo Vittorio Gassman, Walter Chiari ed Eleonora Rossi Drago, e firmando la sceneggiatura assieme al fidato Maccari, con cui scriverà anche Una giornata particolare (1977), Passione d’amore (1981) dal romanzo di Iginio Ugo Tarchetti, intitolato Fosca (1869) e La famiglia (1987) con Gassman, la Sandrelli e Fanny Ardant. Assieme ad Age&Scarpelli, Scola firma la sceneggiatura di un altro suo lavoro, la commedia Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, interpretato da Sordi e Manfredi. Tra le sue opere si ricordano Brutti, sporchi e cattivi (1976) con Nino Manfredi, girato nelle borgate romane; La terrazza (1980) con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant e Marcello Mastroianni che ritroviamo nuovamente in Splendor (1988) e Che ora è? (1989). Nel 1983 dirige Le bal per il quale ottiene una nomination agli Academy Awards come Miglior film straniero, firmando la sceneggiatura assieme a Maccari, Scarpelli e Jean-Claude Penchenat. Nel 2013 dirige il documentario Che strano chiamarsi Federico, suo ultimo lavoro, dedicato a Fellini in occasione del ventennale della scomparsa del cineasta e presentato in occasione della settantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Sitografia

  • https://quinlan.it/2014/11/10/visita/

Luoghi correlati

Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Doris Cardinali
  • Matteo Bianchi