Scheda: Luogo - Tipo: Verde pubblico

Parco Urbano “Giorgio Bassani”

I grandi prati del Parco Urbano “Giorgio Bassani”. Fotografia di Carla Corazza ©

Il Parco Urbano porta il nome dello scrittore Giorgio Bassani e comprende un’area di 1200 ettari a nord della città, che forma “l’Addizione Verde”.


Lat: 44.85249973964389 Long: 11.620647157496933

Trasformazione: 1930

Inaugurazione: 1999
inaugurazione delle Mura restaurate

Categorie

  • parco

Tag

  • parco urbano | Giorgio Bassani | pista ciclabile | argine del Po | Francolino

Ubicazione

Situato a nord del perimetro murario, si estende complessivamente su 1200 ettari e raggiunge sempre a nord l’argine del fiume Po; è delimitato ad ovest dalla via Canapa e dalla linea ferroviaria Bologna-Padova e ad est dalla Via dei Calzolai. Occupa l'antico territorio del Barco che era riserva di caccia degli Estensi, annessa alla Delizia di Belfiore, situata entro le mura, ed è suddiviso in alcune parti funzionalmente diverse. Una pista ciclabile lo costeggia sul lato est, adiacente alla via dei Calzolai, e consente di raggiungere in bicicletta l’argine del Po a Francolino. Un altro percorso informale, accessibile alle biciclette, lo attraversa in modo più tortuoso, collegandolo alla strada arginale nei pressi di Pontelagoscuro.

Di fatto, questo grande territorio determina una connessione paesaggistica tra il parco delle Mura con il sito Natura 2000 del fiume Po.

Il parco è sede di manifestazioni all'aria aperta come Festival Internazionale degli Aquiloni - Vulandra (aprile) e il festival delle mongolfiere Ferrara Balloons Festival (settembre).

 

Storia del Parco Urbano

Il Parco Urbano, denominato “Parco Bassani” in onore dello scrittore e poeta italiano che trascorse parte della sua vita a Ferrara, anticamente era la riserva di caccia della famiglia estense. Si presume la sua istituzione come Barco di caccia nel 1471.

Nel Rinascimento, con i cambiamenti urbanistici determinati dall’opera di Biagio Rossetti e dal mutato corso del fiume Po, venne riconosciuto come area protetta, che fu divisa fra tanti proprietari terrieri dopo la caduta del ducato. Nel corso dei secoli si costruì poco su quel terreno, anche durante i primi processi di industrializzazione della città, che preferirono l’ampliamento urbano verso altre zone.

I primi movimenti di riconoscimento del valore del parco iniziarono negli anni '60, rivolti alla tutela dell’area; di conseguenza nella metà degli anni '70 il Parco venne protocollato nelle mappe del Piano Regolatore come Piano Territoriale Urbano.

Due figure importanti di questa vicenda sono Giorgio Bassani e Paolo Ravenna, il quale realizzò l’Addizione Verde, un’area che coincideva con una nuova pianificazione urbanistica costituita da aree aperte. Nel 1978 collaborarono assieme a un censimento dell’area per valutare lo stato di conservazione delle Mura in vista di un recupero.

Si raggiunse così nel 1996 l’avvio del Progetto di Tutela e Valorizzazione dei beni culturali ed ambientali del Parco Urbano di Ferrara da parte dell’Assessorato all’Ambiente del Comune Ferrara per impegnarsi a rendere sempre fruibile l’area.

 

Servizi e impianti del Parco Urbano

Il Parco è suddiviso in alcune porzioni funzionalmente diverse.

La parte più vicina alle mura (quella meglio identificabile come “Parco Bassani”) è un esteso parco pubblico, con prati, siepi, alberi, aree-gioco, piste ciclabili e laghetti, usato anche per manifestazioni.

Una seconda porzione a servizi comprende un camping, il Centro Universitario Sportivo, con palestre, piscina, ristorante, foresteria e un campo da golf a 18 buche, ed un centro sociale per anziani.

Nella zona centrale si incontrano la vecchia discarica di smaltimento rifiuti della città di Ferrara, ora ricoperta di terreno e in gran parte rinaturalizzata, un impianto di incenerimento rifiuti inattivo e in corso di demolizione e l’impianto di depurazione delle acque reflue di Ferrara.

Il resto del Parco è occupato da terreni agricoli a gestione convenzionale (cereali, frutteti, arboricoltura) e da case sparse, in parte destinate ad attività commerciali come agriturismi e centri addestramento cani ed agli edifici che ospitano il canile ed il gattile comunali, gestiti da volontari. Un’area di 23 ettari attorno a canile e gattile è stata piantumata nel 2003 con essenze arboree di pregio ad uso produttivo. Nei terreni agricoli sono presenti alcuni maceri.

Vicino all’argine del Po è presente uno zuccherificio dismesso pochi anni fa: le vasche arginate che servivano per la decantazione dei materiali di lavorazione delle barbabietole potrebbero essere rinaturalizzate. La vegetazione sta riconquistando le aree cementate.

Vegetazione

Il bosco di 23 ettari piantato nel 2003 è stato realizzato dalla Fondazione “F.lli Navarra”, collegata all’omonimo Istituto di Scuola Superiore per la formazione agraria. Nella piantagione ci sono aceri, frassini, farnie, noci, carpino e ontani in parti uguali. Gli alberi sono destinati al taglio dopo un ciclo di circa 20 anni.

Di fronte a Malborghetto di Boara, un boschetto spontaneo di 0,6 ettari con fitti olmi circonda un rudere che era zona militare interdetta all’accesso: si trova lungo la ciclabile Ferrara-Francolino accanto ad un’area attrezzata per la sosta.

In prossimità del confine nord corre l’antica Fossa Lavezzola, un canale che è corridoio secondario nella rete ecologica provinciale di Ferrara: lungo la Fossa e in altri canali si possono ammirare a primavera splendide fioriture di iris giallo e poligono anfibio e la rigogliosa crescita di coltellaccio e brasca increspata.

Si possono incontrare molti pioppi bianchi alti fino a 30 metri, che si riconoscono dalle foglie di colore verde intenso con la pagina inferiore quasi bianca. I loro fiori compaiono tra febbraio e marzo e con l’impollinazione avvenuta ad opera del vento si formano i primi frutti, che si riconoscono dalla loro forma a capsula con numerosi semi all’interno. Allo stesso modo è possibile trovare diverse farnie, riconoscibili dalla loro maestosità e altezza che arriva fino ai 50 metri e possono raggiungere in media 400-500 anni, ed altrettanto maestosi Pioppi neri o ibridi.

 

La siepe del Parco Urbano

La siepe che corre lungo il margine settentrionale dell’area pubblica, al confine con il campo da golf, si è formata spontaneamente lungo quella che era la massicciata della ferrovia che collegava Ferrara a Copparo. La ferrovia venne aperta nel 1903 e chiusa nel 1956. I segni dell’uso passato sono evidenti perché la siepe sorge su un terreno rialzato e sono ancora visibili i sassi che formavano la massicciata.

La siepe ha una forma a galleria, ideale per dare rifugio agli animali, e la citiamo anche come esempio di altre siepi del comune di Ferrara, meno raggiungibili ma presenti. Ad esempio, una siepe molto imponente si è sviluppata su un altro tracciato ferroviario abbandonato, che collegava Ferrara a Modena toccando diversi centri minori e frazioni.

Le principali specie presenti sono olmo, biancospino, farnia, gelso, sanguinella, frassini.

 

Fauna

Nel parco si possono incontrare presenze gradevoli come gli aironi bianchi maggiori, le garzette, gli aironi cenerini, i germani reali, le galline d’acqua, gazze, cornacchie, picchi verdi, taccole e piccioni.

Nel fitto del canneto che circonda i laghetti nidifica il tarabusino, un piccolo airone riconoscibile per le dimensioni ridotte e la colorazione nera della nuca. Lungo la fossa Lavezzola e negli altri canali, soprattutto in inverno, sono avvistabili le ballerine bianche e gialle, il martin pescatore, il codirosso spazzacamino.

I piccoli canali e i maceri sono habitat per rospi smeraldini, rospi comuni, rane verdi, libellule e damigelle. In estate, il cielo è solcato da uccelli insettivori come rondini, rondoni, balestrucci e dagli spettacolari e coloratissimi gruccioni. Non mancano volpi, lepri, ricci, talpe, tassi.

Nella zona, il pipistrello più comune è il piccolo pipistrello di Savi, che usa come rifugio anche ambienti insospettabili come i parcheggi sotterranei dei centri commerciali. Come in tutta la pianura, nel parco ci sono specie esotiche introdotte per via antropica: ad esempio, le tante specie di pesci, le nutrie, i ratti, la rana toro ed il voracissimo e pervasivo gambero rosso della Louisiana.

Fototeca

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Ente Responsabile

  • Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara