Scheda: Evento - Tipo: Culturale

I rifugiati visitano la mostra Orlando furioso 500 anni

I rifugiati politici all'ingresso della mostra "Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi".

Dopo il weekend di Museomix alcuni rifugiati politici sono stati coinvolti più a fondo nella tradizione storica locale. Il gruppo di ragazzi, provenienti da vari paesi dell'Africa, è stato invitato a visitare la mostra a Palazzo dei Diamanti, "Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi".


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Data dell'evento: 21 Dicembre 2016
Gruppo francofono

Data dell'evento: 23 Dicembre 2016
Gruppo anglofono

Categorie

  • via | santo | museo | famiglia | comunità

Tag

  • La città di Ludovico Ariosto | Museomix

La cultura è integrazione

Se il format di marca francese è stato ideato per dare vita e spazio a una comunità internazionale, che impiega più linguaggi possibili per rendere utile il bagaglio di esperienze di ogni partecipante, i ferraresi hanno ricambiato. Il team del Comune aveva già dato un esempio concreto di integrazione, grazie alla collaborazione della Cooperativa Sociale Camelot, affiancando alcuni rifugiati alle tre équipe dentro il Museo del Risorgimento e della Resistenza. Sono stati proprio loro ad accogliere i museomixer provenienti dal resto d’Italia e d’Europa. Il primo passo per sentirsi a proprio agio nello spazio in cui si vive è l’ospitalità di chi ti sta intorno. Lo sa bene chi si è lasciato alle spalle affetti e famiglia per potersi costruire un futuro migliore. Quindi un gruppo di rifugiati si è messo in gioco con l’obiettivo dello scambio: le loro abilità al servizio delle equipe di professionisti e i professionisti a disposizione per insegnare loro delle nuove abilità.

L’integrazione si costruisce facendo conoscere la propria storia agli altri, vicini e lontani che siano, quella che troppo spesso si dà per scontata. Da chi proviene da altre regioni ai turisti stranieri, dai rifugiati politici sino agli studenti che devono essere formati al meglio, l’accesso e la fruizione alla bellezza di ieri devono essere semplici e coinvolgenti. Questo non significa banalizzare il patrimonio culturale di Ferrara, bensì proprio rinnovarlo. L’amministrazione comunale crede fermamente nei musei e in ogni motivata opportunità per farli sentire uno spazio comune: un punto d’incontro costante tra nuovi e vecchi cittadini.

Un poema senza confini

La prima reazione dei ragazzi in mostra è stata di stupore: non immaginavano che le opere fossero autentiche, ma si trattasse di riproduzioni. Non riuscivano a concepire che le persone potessero avvicinarsi a oggetti tanto preziosi. Erano abituati ad attraversare quotidianamente via Ariosto, a pochi passi dall'Ostello e dal museo stesso, senza essersi mai domandati chi fosse stato e cosa stesse restituendo da cinque secoli a Ferrara.

Poi li ha colpiti, per eco di radice cattolica, il nome di San Giorgio: si sono chiesti se fosse un omaggio al santo che conoscevano e se qui fosse considerato un cavaliere valoroso. Un esempio contro il male. Una volta che si sono sentiti a loro agio nelle sale, hanno cominciato a scattare foto agli arazzi e a cercare su google i nomi degli artisti e degli eroi raffigurati. E' nata in loro la curiosità per la tradizione iconografica locale, per gli usi e i costumi del Rinascimento Estense. Si è instaurata una mescolanza tra culture geograficamente lontane.

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Matteo Bianchi