Che bel romanzo. Bassani e il giardino dei Finzi Contini attraverso un mosaico di immagini e parole tratte da quotidiani, periodici e riviste del 1962 - page 36-37

35
34
ABassani, certo, gli ebrei ferraresi rimproverano parecchie cose,
alcune delle quali catalogabili, senza dubbio, fra le inezie e i pro-
vincialismi, come il riconoscersi, non gradito, in certi personaggi
o in certi caratteri.
(…) Gli rimproverano, in altre parole, di aver guardato gli ebrei
attraverso un cannocchiale rovesciato, enucleando una piccolis-
sima parte di mondo e di fatti in un microcosmo lontano nel
tempo e limitato nello spazio.
Flavio Dolcetti,
L’Unità: Organo del Partito Comunista
Italiano,
3 maggio 1962
Il capitolo del colloquio notturno con il padre è stato scritto nei
pressi di Santa Marinella, in automobile, su una altura da cui si
scorge un lungo tratto della costa tirrenica; e la descrizione del-
l’autunno ferrarese, le ultime partite di tennis prima del dramma,
sono il frutto di un viaggio in aereo, a 12 mila metri di quota, men-
tre lo scrittore era diretto in Brasile, in compagnia di Elsa Morante.
Con questa disponibilità al raccoglimento, Bassani non si è mai
posto il problema di arredare il suo studio.
Gaetano Scardocchia,
Il Giorno
, 9 maggio 1962
«Il Giardino dei Finzi-Contini»: mille copie alla settimana
Giorgio Bassani, poeta delle memorie
Il vasto successo del suo romanzo lo inquieta: «Non mi ritrovo
più, è come se una bomba fosse scoppiata in una capanna» - Per
vent’anni era vissuto umile e appartato, arrangiandosi con ogni
anonimo mestiere – Intanto elaborava i ricordi tragici e silenziosi
dei suoi compagni sterminati – E adesso il cinema si impadronirà
anche di Micòl, la sola creatura inventata in un libro tutto fedele
ad una realtà dolente
(…) «Scriverò mai più un libro come
Il giardino
?» Mi domanda
Giorgio Bassani.
Nicola Adelfi,
La Stampa
, 30 maggio 1962
una lettura che fa bene, ma un romanzo che troppo facilmente
può apparire «delizioso», favorendo chi lo voglia leggere senza
crisi o dolori oltre a quella amarezza delle cose perdute, di cui
facilmente finiamo per compiacerci.
Bruno Manghi,
Dialoghi: Periodico degli Studenti
dell’Università Cattolica del S. Cuore,
maggio-giugno 1962
«Il giardino» non è un romanzo realistico: non solo non racconta
cose vere, ma non vuole neppure far credere che ciò che vi si rac-
conta sia stato vero.
L’Eupilino,
giugno 1962
Flavio Dolcetti,
L’Unità: Organo del Partito Comunista Italiano,
3
maggio 1962
Nicola Adelfi,
La Stampa
, 30 maggio 1962
L’Eupilino,
giugno 1962
1...,16-17,18-19,20-21,22-23,24-25,26-27,28-29,30-31,32-33,34-35 38-39,40-41,42-43,44-45,46-47,48-49,50-51,52-53,54-55,56-57,...
Powered by FlippingBook