Max Ascoli e Ferrara - page 106

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Il ritorno munifico di Max Ascoli
alla città di Ferrara
La donazione del Padiglione oftalmico per tracomatosi
Il 29 aprile 1947 il Prof. Max Ascoli, nella sua qualità di Presidente del-
la Max Ascoli Fund., con sua lettera
[1]
,
ebbe a comunicare il suo intendi-
mento di donare all’Arcispedale S. Anna un moderno Padiglione oculi-
stico, completamente attrezzato, da dedicare alla memoria di Sua Ma-
dre, Adriana Ascoli
[2]
.
Con queste parole il Presidente del Consiglio di Amministrazione della
struttura ospedaliera ferrarese annunciava, ai consiglieri, la volontà di
Max Ascoli di dotare l’Ospedale di una clinica oculistica, completamente
attrezzata, dato che, fino ad allora, i degenti di tale settore erano ricove-
rati in altri reparti. Adriana Ascoli, agli inizi degli anni ’30, ovvero nel pe-
riodo in cui il figlio era esule negli Stati Uniti e gli era vietato, pena l’ar-
resto, il rientro in Patria, era stata operata agli occhi, perché sofferente di
una grave forma di tracoma.
Il dott. Mario Verzella
[3]
, responsabile di oculistica all’Arcispedale S. Anna,
nonché chirurgo che operò Adriana Ascoli, aveva seguito il decorso del-
la malattia della madre dell’amico, oltre che con la consueta professiona-
lità, anche con le attenzioni, che se non supplivano la presenza del figlio
lontano, certo attenuavano lo “strappo” di una lontananza imposta. Infat-
ti, la signora Ascoli trascorse il periodo di convalescenza postoperatoria,
ospite nella casa di campagna della famiglia Verzella, sita a Baura.
Consolidati legami di reciproca stima e familiarità tra i due professionisti,
l’opportunità di ringraziare l’amico per l’aiuto concreto dato alla propria
famiglia in un suo cruciale momento di estrema fragilità, erano senz’altro
i sentimenti più profondi che avevano ispirato e motivato l’azione di
Max Ascoli nell’intraprendere il complesso iter finanziario e burocratico,
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