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Max Ascoli e Ferrara
I luoghi della formazione giovanile di Max Ascoli
al potere, di ogni libertà. Infatti, all’indomani della marcia su Roma,
Ascoli in un articolo, pubblicato poi sulla rivista nell’aprile del 1923, af-
fermava che “
in un regime di libertà, la libertà è anche esposta al perico-
lo di essere uccisa
[49]
. Compito dell’intellettuale è quello di difendere la
libertà e di garantirne la sua sede prioritaria e privilegiata che è il pen-
siero e la sua capacità di indagine e di critica. Le colonne della rivista
“Rivoluzione Liberale” costituirono, per gli intellettuali liberali, uno spa-
zio importante fino a fine ottobre del 1925, quando il giornale, accusato
di mirare “
con irriverenti richiami alla menomazione delle istituzioni
monarchiche, della Chiesa, dei poteri dello Stato, danneggiando il presti-
gio nazionale
” (Ascoli, 1926 a)
[50]
, fu costretto a sospendere la pubblica-
zione, e Gobetti, bastonato dai fascisti, si trasferiva a Parigi con la mo-
glie, ove morì qualche mese più tardi per i postumi dell’agguato. Nei tre
anni di attività la rivista costituì per Ascoli l’occasione di approfondire
l’essenza dell’essere liberale, la necessità di coerenza tra pensiero ed
azione perché “
la vita etica ed anche la politica è…moralità pratica per-
ché l’azione politica, più che soddisfacimento d’interessi od esercizio di
diritti è compimento di doveri
” (Levi, 1923)
[51]
, e in quanto tale, è una
continua ed efficace protezione e garanzia del principio di libertà.
Contemporaneamente, Ascoli collaborò, a partire dal gennaio 1925, al
bollettino di informazione antifascista “Non Mollare”, primo foglio clan-
destino d’Italia, espressione dell’ambiente fiorentino di “Giustizia e Liber-
tà” dei fratelli Rosselli. Il compito di Ascoli, come di altri intellettuali, era
di diffondere il giornale in altre città italiane, ma il foglio il cui ultimo
numero uscì il 5 ottobre 1925
[52]
, venne “stroncato” dalla reazione fasci-
sta, che ne disperse i protagonisti. Nella primavera del 1926, Carlo Ros-
selli, con l’aiuto di Pietro Nenni, fondava una nuova rivista di cultura po-
litica, “Quarto Stato”, con l’intento di raccogliere e dar voce alle forze
più vitali dell’antifascismo. Ascoli, con altri intellettuali, fece parte del
gruppo di redazione della nuova “
palestra
” di libera discussione sociali-
sta, scrivendo nel primo numero “Saluto a Gobetti”, ovvero un omaggio
al grande uomo, alla sua intransigenza, alla sua fede, al grande maestro
di libertà che seppe lasciare, al proprio paese, un esempio inimitabile
per grandezza e coerenza
[53]
. Sul terzo numero della rivista Ascoli pubbli-
cò “
Il moralista Amendola
”, uomo “
sinceramente democratico, che cer-
cava di ancorare alle classi politiche italiane del dopoguerra le basi per
1...,51,52,53,54,55,56,57,58,59,60 62,63,64,65,66,67,68,69,70,71,...146
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