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Max Ascoli e Ferrara
Il fascicolo “Max Ascoli” della Questura di Ferrara
derie”, associata alla piena identificazione, voluta dallo stato totalitario,
tra pubblico e privato, legittimasse l’indebita operazione.
I costi dell’elefantiaco apparato di sorveglianza erano naturalmente mol-
to elevati, tanto che nei documenti del Fondo Gabinetto riservato, della
Prefettura di Ferrara, la lista delle “spese confidenziali per la repressione”
assegnava, nel 1925, a questa attività, 1600 lire a trimestre, a cui erano
aggiunte notule per spese ulteriori non coperte dal budget assegnato
[101]
.
Il 17 agosto 1924 il Questore comunicava i risultati delle indagini al Pre-
fetto, con una “riservatissima”
[102]
, che informava che Max era “
figliuolo
del facoltoso commerciante… Enrico, uomo questi stimato molto per la
sua probità, Cavaliere della Corona d’Italia, di recente nomina e noto
per i suoi sentimenti di italianità ed anche, si dice, per aiuti da lui forni-
ti quale industriale al trionfo del fascismo
”. La comunicazione dava, poi,
una superficiale descrizione del giovane Ascoli, in cui si presumeva di
descriverlo fisicamente e soprattutto di definirne l’intima essenza “
Pre-
stante della persona, esuberante di vita, non sfornito di certa vivacità
d’ingegno, ricercato nel portamento, ma di animo alquanto vano, assu-
me delle arie d’importanza, che non sempre piacciono, e per manifesta
presunzione desta sentimenti di poca stima, di poca confidenza
[103]
. La
conclusione assicurava “
opportuna sorveglianza
”, nell’eventualità dei
suoi soggiorni a Ferrara.
Nel novembre del 1924
[104]
, un “pizzino” del Questore di Ferrara alla
squadra locale di Polizia richiedeva nuove informazioni su Max Ascoli.
La risposta informava che il sorvegliato “
milita nel partito socialista uni-
tario
[105]
e che aveva sottoscritto, sul giornale “La Giustizia”, un’oblazio-
ne di lire 50 in memoria dell’on. Mateotti. Il resoconto concludeva affer-
mando che “
non si ritiene però elemento pericoloso all’ordine pubbli-
co
[106]
.
Il fascicolo non riporta ulteriori dati fino al 2 maggio 1930
[107]
, quando
venne aggiornato con una scheda riassuntiva dalla dicitura sottolineata
“socialista schedato”. La scheda riportava i numeri di protocollo di altre
pratiche, sempre a carico di Ascoli. Evidentemente il documento faceva
riferimento, nell’estrema sintesi burocratica, alle vicende che, nella se-
conda metà degli anni venti, avevano caratterizzato il percorso accade-
mico di Ascoli e soprattutto il suo iter di coerente liberale. Infatti, i nu-
meri di protocolli indicavano le inchieste delle Questure di Roma, Mila-
1...,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70 72,73,74,75,76,77,78,79,80,81,...146
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