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Max Ascoli e Ferrara
Il fascicolo “Max Ascoli” della Questura di Ferrara
che erano state le ragioni politiche ad ostacolarne la carriera universita-
ria, ma gli promise di aiutarlo in qualunque altro momento ne avesse
avuto bisogno
” (Taiuti, 2006)
[115]
. Allorchè la Fondazione Rockefeller, con
il benestare di Luigi Einaudi, offrì ad Ascoli nel 1931, una borsa di studio
presso la New School for Social Research di New York e questi accettò,
potè imbarcarsi, grazie all’intercessione di Giovanni Gentile, che così
mantenne la sua promessa di aiuto, facendogli ottenere il passaporto
[116]
.
Ascoli arrivò a New York il 30 settembre 1931.
Il fascicolo di Ascoli comprende numerosi altri documenti, catalogati se-
condo la cronologia delle indagini eseguite. Un loro studio tematico, in-
vece, consente non solo di focalizzare in modo diverso la personale sto-
ria di Ascoli, ma proprio le vicissitudini sofferte dallo studioso ferrarese
nel periodo fascista, mostrano, nel rapporto dialettico micro e macro sto-
ria, i meccanismi, i processi e le dinamiche che reggevano e perpetuava-
no la struttura dello stato regime. Questa particolare lettura ha permesso
di raccogliere i dispacci e le relazioni del fascicolo in quattro sezioni.
Un primo consistente numero di documenti, a partire dal 22 settembre
1930
[117]
fino al 24 settembre 1931
[118]
, riguardano i controlli relativi agli
spostamenti e viaggi di Max Ascoli. Ogni volta che lo studioso si sposta-
va in treno o in automobile, la questura del luogo di partenza inviava un
telegramma alla questura del luogo di arrivo, per segnalare la presenza
del “
soggetto da vigilare
”. Talvolta, chi era incaricato della sorveglianza
ne perdeva le tracce e, allora, era tutto un affannoso accavallarsi di co-
municazioni tra le varie questure finchè il “contatto” non veniva ripristi-
nato
[119]
.
Un secondo plico di dispacci concerne la sorveglianza, che era predi-
sposta, non solo sul territorio nazionale, come avvenne in occasione dei
viaggi di Ascoli a Parigi nel 1936, 1937 e 1938, quando già da anni risie-
deva negli Stati Uniti
[120]
. Le diverse fasi dell’itinerario, dal momento del-
l’imbarco in America, all’arrivo in un porto europeo, al pernottamento in
hotel, le persone che lo studioso incontrava, gli argomenti che trattava
nelle conferenze, tutto veniva registrato e se ne dava conto alla Direzio-
ne Generale della Polizia a Roma, che, per conoscenza, trasmetteva le
informazioni al Prefetto di Ferrara.
Un ulteriore serie di fogli concerne l’ordine di controllare la corrispon-
denza di Max Ascoli dagli Stati Uniti con i familiari rimasti in Italia
[121]
.
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