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Max Ascoli e Ferrara
Il fascicolo “Max Ascoli” della Questura di Ferrara
politica italiana, poco abituata a masticare ed assimilare sostentamenti
forti, come la fedeltà agli ideali e l’assunzione piena e totale di persona-
le responsabilità nel concretare nella prassi la bontà e il valore dell’idee
affermate, il messaggio e la testimonianza di Max Ascoli, esemplari di
per sé, rimasero alquanto obsoleti.
Restano invece, concrete più che mai, accanto ai testi che sviluppano il
suo percorso di pensiero e la sua visione di un’Italia matura, responsabi-
le e civile, le opere che lui volle come segno visibile del suo affetto e
della sua dedizione al Paese.
Certamente una delle più tangibili prove di questo profondo legame con
le sue radici italiane e ferraresi, fu la donazione alla città dei suoi natali
del Padiglione di oculistica dell’Arcispedale Sant’Anna. La struttura, com-
pletamente attrezzata, dotata di laboratori e sale operatorie, con stru-
menti all’avanguardia, era stata progettata per una capienza di 72 posti
letto. Unico vincolo alla donazione che fosse mantenuta in perpetuo la
destinazione d’uso, cioè restasse clinica oculistica e la titolazione del-
l’edificio in memoria della madre, Adriana Ascoli, che aveva sofferto di
tracoma.
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