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Max Ascoli e Ferrara
Note
Alda Costa era nata a Ferrara il 26 gennaio 1876. conseguì il diploma di maestra ele-
mentare ed iniziò la sua attività di insegnante nel 1895 con supplenze temporanee a
Marrara, Boara, Quacchio, Spinazzino. Nel 1899 venne nominata dal Comune di Ferra-
ra come insegnante elementare, dopo aver vinto il concorso magistrale.
Percepì che le miserabili condizioni di vita dei suoi scolari influivano negativamente
sul loro profitto e perciò affiancò al suo insegnamento rigoroso un impegno politico e
sindacale a favore delle classi più povere. Nel 1907 aderì alla Federazione di Ferrara
del Partito Socialista Italiano e la sua attività politica fu particolarmente attenta alla
condizione delle donne, per le quali fondò i primi circoli femminili socialisti nelle
campagne.
Durante la prima guerra mondiale si rifiutò di accompagnare i suoi scolari alle manife-
stazioni patriottiche, rifiuto spiegato sulle colonne di “Bandiera Socialista” perché la
scuola “
non può esaltare la violenza… perché la scuola umana ed universale deve es-
sere fattrice di sentimenti di vera fratellanza
”.
Nel 1916, al Congresso delle Amministrazioni socialiste, affermò che la scuola rappre-
sentava il mezzo più idoneo per formare le coscienze delle classi lavoratrici, per cui le
amministrazioni comunali dovevano sviluppare congrue condizioni di vita intorno alla
scuola per sottrarla all’influenza dei partiti e conservarla nel più assoluto indirizzo lai-
co.
Nel 1925 a Bologna, su segnalazione di un ferrarese, venne insultata e bastonata per-
ché si era rifiutata di inneggiare al fascismo.
Nel 1926 venne istituito per gli insegnanti il giuramento di fedeltà al regime e, dato il
suo rifiuto, la sua casa venne perquisita e furono sequestrati il ritratto di Matteotti, as-
sassinato due anni prima e della corrispondenza con Gaetano Zirardini. Questi episodi
fornirono alla giunta comunale di Ferrara la scusa per licenziarla, ma l’avv. Mario Ca-
vallari, assunto il suo gratuito patrocinio, ottenne l’annullamento del provvedimento.
Trasferitasi a Milano per le continue angherie nella città estense, venne arrestata e
confinata alle isole Tremiti e poi trasferita in un paese montuoso della Basilicata. Ritor-
nata a Ferrara dopo il confino, si dedicò ad impartire lezioni private a favore dei pove-
ri, che non potevano pagarla e a ricucire le fila dell’organizzazione antifascista. Arre-
stata di nuovo dall’Ovra sopportò il duro trattamento del carcere, dove venne tenuta a
pane ed acqua per un mese. Liberata il 25 luglio 1943 si adoperò per ricucire la trama
dell’organizzazione socialista della provincia. Arrestata nella “lunga notte” del 15 di-
cembre 1943 venne tradotta nelle carceri di Copparo dove morì il 30 aprile 1944, sfini-
ta dal crudele trattamento e dalle percosse subite.
69) Cardellini F.,
Gaetano Zirardini: Una vita per il socialismo
, Annali dell’Istituto di Storia
Contemporanea di Ferrara, CLUSF, Ferrara, 1976.
Gaetano Zirardini era nato da una famiglia patrizia romagnola a Ravenna nel 1857 ed
era stato compagno di Andrea Costa e tra i fondatori del Partito Socialista. Aveva pub-
blicato a Ravenna “Il sole dell’avvenire” e a Firenze “La Riscossa”, subendo processi e
condanne per il reato di stampa sovversiva. Per quattro anni fu in esilio a Parigi. Venu-
to a Ferrara nei primi anni del ‘900 si adoperò, secondo le direttive del Partito Sociali-
sta, per attuare l’Unità operaia e l’adesione della massa lavoratrice alla Confederazione
Generale del Lavoro, fondata nel 1901. Fu autore, col prefetto Taddei, del “lodo” del
1911, per cui erano stabiliti nella provincia uffici obbligatori di collocamento.
Frequenti furono i contatti e lo scambio di corrispondenza con la maestra Alda Costa
nell’impresa di fare del Partito Socialista il punto di riferimento delle masse lavoratrici
della provincia.
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