Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Carlo Cirelli

Giorgio de Chirico, Ritratto di Carlo Cirelli, 1915 (Philadelphia, Museum of Art)

Uno degli amici ferraresi di Giorgio de Chirico, che il pittore ritrasse in nell’ottobre del 1915. Il ritratto si trova attualmente nelle collezioni del Philadelphia Museum of Art.


 


CORSO PORTA MARE 31

Date note sulla vita: Ottobre 1915
Ritratto di Carlo Cirelli, ottobre 1915 (Philadelphia Museum of Art)

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  • agricoltore

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  • Ferrara Metafisica

Carlo Cirelli, figlio di Ettore, famoso agrario di Ferrara che collaborava regolarmente anche alla “Gazzetta Ferrarese”, era un ragazzo di grande raffinatezza, appassionato di mobili antichi e di ricamo. Amico di Filippo de Pisis (1896-1956), Cirelli conosce Giorgio de Chirico (1888-1978) nella caserma Pestrini, dove svolgeva funzione di caporale e dove de Chirico fu destinato nel giugno del 1915 al suo arrivo a Ferrara. Nasce tra i due una bella amicizia, tanto che uno dei primissimi dipinti realizzati dall’artista pochi mesi dopo il suo arrivo in città, è proprio il Ritratto di Carlo Cirelli, da assegnare con certezza all’ottobre del 1915 poiché il quadro reca in basso a destra la dedica “A Carlo Cirelli gentile mio e multi sensibile amico / Giorgio de Chirico – Ferrara – ottobre MCMXV”.

De Chirico parla del ritratto di Cirelli in una lettera che indirizza il 1 novembre 1915 all’amico e mercante parigino Paul Guillaume (1891-1934); inoltre, nella sua autobiografia, l’artista racconta che nell’ottobre 1918, dopo un secondo ricovero presso Villa del Seminario a causa di un forte attacco di febbre spagnola, andò a trascorrere la convalescenza proprio a casa della madre di Carlo Cirelli, che si trovava in Corso Porta Mare n. 31 (attualmente un’abitazione privata non aperta al pubblico).

Cirelli conservò il proprio ritratto fino alla fine degli anni trenta, quando lo vendette al milanese Adriano Pallini; in seguito l’opera passò nella collezione di Ivan Dombrowsky, poi, dal 1956 in quella dell’artista Piero Dorazio (1927-2005) ed in seguito fu venduta sul mercato antiquario americano. Attualmente, il ritratto è conservato presso il Philadelphia Museum of Art.

Negli anni tra le due guerre, Carlo Cirelli fece della sua passione per l’antiquariato una professione, lavorando col decoratore Giorgio Sallustio Rossi, mentre nel 1943 la società “Ferrarie Decus” acquisterà da lui per la propria sede, allora Casa Romei, un credenzone del XVI secolo, una credenza e un grande tavolo del XVII secolo.


 

 

Testimonianze di Giorgio de Chirico


“Je vous ai dit que je travaille. En effet je viens de terminer le portrait d’un jeune homme [Carlo Cirelli], soldat dans le même régiment que moi, avec lequel je suis lié d’amitié; c’est un jeune homme d’une intelligence et d’une sensibilité fort rares, et il porte marquée sur son visage toute l’infinie nostalgie du moyen-âge italien. J’ai fait une œuvre belle dont je suis fier; elle est exposée maintenant, richement encadrée, dans la devanture d’un antiquaire; les passants s’arrêtent nombreux; je suis déjà célèbre à Ferrare ou l’on m’appelle «il pittore»; je revis les joies des artisans du XVIème siècle. Mais d’autres tableaux encore sont en train de se former; soyez un peu patient et vous verrez; et croyez même sans voir ».

Lettera di Giorgio de Chirico a Paul Guillaume, Ferrara, lunedì 1° novembre 1915.

 

"Tra i ferraresi che conobbi allora c'era un caporale che stava al deposito del mio reggimento. Era un ragazzo originalissimo. Seduto nel magazzino del deposito, tra piramidi di scarponi, di uose, di mantelline, di giubbe, ecc., egli, con una pazienza da castellana dell'alto Medio Evo, eseguiva bellissimi e complicati ricami. Aveva le unghie lunghe, lustre ed accuratissime; spesso sentiva caldo alle mani ed allora alzava le braccia sopra la testa e muoveva le mani, come usano certi danzatori estetizzanti; faceva così per rinfrescarle, diceva lui. Era un ossessionato della pulizia; andai in casa sua; il pavimento della camera da letto era talmente unto di cera, talmente sfregato e lucidato che bisognava camminare andando avanti con la punta del piede ed aprendo la braccia a bilanciare, come fanno gli equilibristi che camminano sopra una corda tesa, o i pattinatori novizi. Se non si prendeva questa precauzione, si rischiava di scivolare ad ogni passo e di finire les quatre fers en air. Egli si era comperato da un antiquario un letto antico, un letto storico, che aveva coperto con un baldacchino e con pesanti e costosi tendaggi: il nome di questo originale giovane era Carlo Cirelli. Io gli feci un ritratto che gli regalai; questo ritratto, circa quattro anni or sono, fu venduto, probabilmente dallo stesso Cirelli, al collezionista milanese Adriano Pallini, che lo acquistò per una forte somma."

Giorgio de Chirico, Memorie della mia vita, Rizzoli, Milano 1962, p.89-90.

"Lasciai l'ospedale ed andai ad abitare in casa della madre di quel Carlo Cirelli di cui due anni prima avevo fatto il ritratto. Mi sentivo molto meglio. La vicinanza di mia madre mi era di gran conforto; essa provvedeva a farmi mangiar bene ed a farmi prendere dei medicinali ricostituenti. In quel tempo mio fratello tornò dalla Macedonia; era l'autunno; dalla casa della madre di Cirelli si andò a stare in un albergo."

Giorgio de Chirico, Memorie della mia vita, Rizzoli, Milano 1962, pp. 93-94.

 

 

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Ente Responsabile

  • Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
  • Fondazione Ferrara Arte

Autore

  • Giuseppe Di Natale
  • Maria Egle Traniello Gradassi