Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Casa Bassani

Casa Bassani in via Cisterna del Follo 1Fotografia di Paola Boccalatte, 2015

La casa in cui lo scrittore Giorgio Bassani vive con la famiglia dal 1916 fino al trasferimento a Roma nel 1943. Attualmente è un’abitazione privata, non aperta al pubblico.


VIA CISTERNA DEL FOLLO 1

Notizie dal: 1916
La famiglia Bassani si trasferisce nella casa di via Cisterna del Follo

Notizie dal: 1943
Giorgio Bassani si trasferisce a Roma

Categorie

  • abitazione

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  • Ferrara ebraica | casa bassani

L'edificio

In questa antica residenza signorile nella centrale via Cisterna del follo, Giorgio Bassani trascorre l’infanzia e l’adolescenza, insieme al padre Enrico Bassani, alla madre Dora Minerbi, e ai fratelli minori Paolo e Jenny. La lascia nel maggio del 1943, quando viene arrestato per la sua attività antifascista. Dopo la scarcerazione, il 26 luglio, entra in clandestinità e si trasferisce prima a Firenze e poi a Roma.La famiglia, rimasta a Ferrara, è scampata ai rastrellamenti tedeschi nascosta in un armadio, ma molti dei parenti vengono deportati a Buchenwald. Lo raggiunge a Firenze e torna a Ferrara dopo la guerra. Dal muro di cinta del giardino interno svetta ancora la magnolia della poesia Le leggi razziali nella raccolta Epitaffio. Nel 2009 il Comune di Ferrara, sul muro di facciata dell’edificio residenziale a due piani, ha affisso una lapide che recita: “In questa casa tanto amata / Giorgio Bassani / 1916-2000 / si aprì alla poesia / e all’alto impegno civile”.

Una descrizione dell’edificio, tra reale e immaginario, la offre lo stesso Bassani, attraverso un dialogo tra l’io narrante e l’amico Pulga, nel romanzo Dietro la porta, benché nella finzione narrativa la dimora paia collocata in via Scandiana (http://www.museoferrara.it/edit/s/1002be0bb4c848efb96c3f94845e6521), probabilmente non a caso effettivamente parallela a via Cisterna del Follo.

Colpisce come nelle occorrenze della casa di via Cisterna del Follo nell’opera bassaniana una presenza rilevante sia quella della madre, cui lo scrittore è lega da un affetto particolarmente intenso e profondo. Di tale sentimento e relazione scrive apertamente solo in Frammenti di vita, omaggio alla memoria infantile, all’amore per la madre e restituzione del trauma dovuto all’improvvisa comparsa del padre, di ritorno in licenza dal fronte, un testo che non trova spazio nel Romanzo di Ferrara, ma che viene pubblicato postumo [G. Bassani, Frammenti di una vita, in Bassani. Racconti, diari, cronache (1935-1956), cur. P. Pieri, Feltrinelli, Milano 2014, p. 89s.]

La magnolia

Ricordando la casa di famiglia di Giorgio Bassani, è importante ricordare anche la grande magnolia che sorge nel cortile. Ancora visibile oltre il muro, è notevole la presenza in sé, ma lo è anche il suo significato simbolico, celebrato da uno dei più famosi componimenti bassaniani: Le leggi razziali.

Non è tuttavia la sola presenza del giardino, abitato, fra l’altro, nella vita come nella riscrittura immaginifico-letteraria, dalla tartaruga domestica, ricordata in Dietro la porta.

 

Testimonianze

“In quei baleni rapidi, in quelle mezze visioni, noi avevamo costruito, fanciulli, la nostra vita. Le alte mura del giardino erano qualche cosa di più di mura comuni. Rappresentavano barriere definite, brutali nel riso beffardo dei cocci lucidi agli orli, ma pure profondamente ideali. Al di quà era il mondo comune e sensibile; al di là il mistero, la sopravvivenza, la fiaba. […] Era piuttosto in quelle occhiate lanciate dalle finestre più alte della casa, dagli abbaini più arditi giù a cogliere un segreto, che noi vivevamo con tutta l’anima; le cose più vicine, già come nostre, che sapevamo là fuori, di poco oltre il muro – l’organetto rauco e il suo mite padrone cieco che noi ci figuravamo, per non averli mai visti, tutta una persona curva o, perlomeno, due individui legati insieme crudelmente indissolubili, voce e corpo, anima e carne; le parole bisbigliate appena dalla gente che passava; i quattro accattoni, soprattutto, avvolti in neri mantelli, immobili sempre –, quelle erano le creature del nostro incubo, l’alimento del sogno continuo ad occhi aperti”. (Giorgio Bassani, I mendicanti, in Bassani. Racconti, diari, cronache (1935-1956), 2014, pp. 54-55)

«Mio padre partì per la guerra, e mia madre, che non aveva più nessuna ragione di rimanere da sola, con me di pochi mesi, nell’appartamentino d’affitto bolognese, preferì ritornare a Ferrara. Per qualche mese ella visse col suocero vedovo, il nonno Davide, nella casa di via Cisterna del Follo, dove, se non sono nato, ho però passato, poi, il resto dell’infanzia e tutta l’adolescenza e la giovinezza».

G. Bassani, La capra, in Bassani. Racconti, diari, cronache (1935-1956), cur. P. Pieri, Feltrinelli, Milano 2014, p. 352]

 

«Eravamo quasi arrivati. Uscimmo da via Madama in piazza Santa Maria in Vado, e svoltammo giù per la Scandiana. Cos’era quella specie di argine laggiù in fondo? – mi chiedeva Pulga, mentre continuavamo a camminare –. E intanto accennava col braccio alzato alla proda sfumata di nebbia del Montagnone, contro la quale sembrava che via Scandiana andasse a finire.

Mi fermai davanti al portone di casa, premetti il campanello, e mi voltai per spiegargli che cos’era il Montagnone! Ma lui badava già ad altro.

“Accidenti!”, esclamò, serio. “È un palazzo!”

Si spostò fino al centro della strada sempre guardando in su.

“È tutto vostro?”

“Sì».

“Chissà quante stanze!”

“Eh, parecchie… Fra il primo piano e il secondo saranno una cinquantina”.

“E le occupate tutte voi?”

“Ma no. Noi occupiamo soltanto quelle del secondo piano. Al primo ci stanno degli inquilini”.

“Dunque: tu e la tua famiglia vivete in una ventina di stanze”.

“Più o meno”.

“Ma quanti siete?”

“In cinque. Il papà, la mamma, e tre fratelli: cioè io, mio fratello Ernesto, e mia sorella Fanny.”

“Venti stanze! Immagino la spesa per scaldarle. E gli inquilini?”

In quel momento il chiavistello del portone scattò. Alzai gli occhi. Mia madre stava affacciata alla finestra.»

(G. Bassani, Dietro la porta, in Opere, Il romanzo di Ferrara, Mondadori 2001, p.613s.)

Le leggi razziali

 

La magnolia che sta giusto nel mezzo

del giardino di casa nostra a Ferrara è proprio lei

la stessa che ritorna in pressoché tutti

i miei libri

 

La piantammo nel ’39

pochi mesi dopo la promulgazione

delle leggi razziali con la cerimonia

che riuscì a metà solenne e a metà comica

tutti quanti abbastanza allegri se Dio

vuole

in barba al noioso ebraismo

metastorico

 

Costretta fra quattro impervie pareti

piuttosto prossime crebbe

nera luminosa invadente

puntando decisa verso l’imminente

cielo

piena giorno e notte di bigi

passeri di bruni merli

guatati senza riposo giù da pregne

gatte nonché da mia

madre

anche essa spiante indefessa da dietro

il davanzale traboccante ognora

delle sue briciole

 

Dritta dalla base al vertice come una spada

ormai fuoresce oltre i tetti circostanti ormai può guardare

la città da ogni parte e l’infinito

spazio verde che la circonda

ma adesso incerta lo so lo

vedo

d’un tratto espansa lassù sulla vetta d’un tratto debole

nel sole

come chi all’improvviso non sia raggiunto

che abbia il termine d’un viaggio lunghissimo

la strada da prendere che cosa

fare

(G. Bassani, In rima e senza, in Opere, Mondadori 2001, p.1438 s.)

 

«In camera mia faceva molto caldo. Appena entrato chiusi la porta a chiave e andai a spalancare la finestra. Era una bella notte stellata, senza luna ma chiarissima. Giù nel giardino le forme degli alberi si stagliavano nette: qui la magnolia, più in là l’abete, e laggiù, nell’angolo opposto, dove terminavano i tre archi del portico d’ingresso, il tiglio. Fra aiuola e aiuola il bianco latteo della ghiaia, e nel mezzo dello spiazzo anche più chiaro che si apriva davanti alla scura cavità del portico, un punto nero, immobile: forse una pietra, o magari Filomena, la tartaruga centenaria di casa, di cui la mamma, a cena, aveva gioiosamente annunciato l’uscita dal letargo invernale.»

(G. Bassani, Dietro la porta, in Opere, Il romanzo di Ferrara, Mondadori 2001, p.651)

 

Sitografia

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Ente Responsabile

  • Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Federica Pezzoli
  • Sharon Reichel
  • Barbara Pizzo