Ebrei a Ferrara (XIII-XX sec.). Vita quotidiana, socialità, cultura - page 3

Presentazione
Le manifestazioni organizzate a Ferrara in occasione della XIV Settimana della Cul-
tura promossa dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali dedicate al tema
Ebrei a
Ferrara (XIII-XX sec.). Vita quotidiana, socialità, cultura
si propongono di dare voce ad
una componente fondamentale della storia, della cultura e dell’identità ferraresi nel corso
dei secoli. Intendono farlo mettendo a fuoco, in primo luogo, dimensioni apparente-
mente minori, quali quelle della quotidianità dei legami familiari e sociali, delle attività
economiche, dei rapporti con le autorità cittadine, delle condizioni di vita nel ghetto,
così come ci sono restituite, per i secoli dell’alto medioevo e per tutta l’età moderna, fino
al XIX secolo, dagli atti dei notai ferraresi e dai documenti di varie istituzioni cittadine.
Una prospettiva diversa è offerta dalla documentazione conservata nell’archivio della Co-
munità ebraica, costituitasi come Università ebraica all’indomani dell’Unità. In questo
contesto si è voluto mettere in evidenza con particolare vigore l’impegno profuso dalla
Comunità nello svolgimento di attività educative, assistenziali e ricreative a favore dei
suoi
membri, per rafforzarne la coesione e lo spirito comunitario.
Quello della Comunità ebraica è – come ben sappiamo - un archivio drammatica-
mente ferito, che denuncia attraverso le sue vaste lacune e i pochi lacerti antecedenti la
seconda guerra mondiale, i tragici esiti della persecuzione razziale del fascismo culminata
nel sostegno alla politica di sterminio perpetrata negli anni dell’occupazione nazista. Se
nell’archivio della Comunità sono soprattutto i silenzi e i ‘vuoti’ a tramandare memoria
delle distruzioni, asportazioni e deportazioni subite dagli ebrei ferraresi, le carte della Pre-
fettura e della Questura illustrano eloquentemente, dall’interno, i meccanismi persecutori
messi in atto dalle autorità nazifasciste, ma non si limitano a questo. Per quella paradossale
eterogenesi dei fini che costituisce il tratto più intrigante della memoria documentaria,
esse restituiscono voce ai perseguitati e agli oppressi di allora che continuano a parlarci
attraverso le corrispondenze con le autorità, oppure le lettere o i documenti sequestrati
nel corso di arresti e perquisizioni.
Seppure una mappa completa ed esaustiva della documentazione relativa alla pre-
senza ebraica a Ferrara sia ancora da tracciare nella sua interezza, le iniziative di cui si
compone la manifestazione, ne offrono già uno spaccato assai significativo che si arti-
cola in un percorso che coinvolge varie istituzioni cittadine, proprio perché il radica-
mento della cultura e del tessuto sociale ebraico a Ferrara ha lasciato abbondanti tracce,
oltre che nell’archivio della Comunità ebraica, nel patrimonio dei principali istituti di
conservazione della città: l’Archivio di Stato, l’Archivio Storico Comunale e la Biblio-
teca Ariostea.
Senza un forte spirito di collaborazione fra quegli istituti e una spontanea conver-
genza di intenti, l’ideazione e la realizzazione di questa iniziativa non sarebbero stati pos-
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sibili. Il
merito di ciò va in primo luogo alla dottoressa Loretta Vancini, direttore del-
l’Archivio di Stato di Ferrara, al dottor Enrico Spinelli, dirigente del Servizio Biblioteche
e Archivi del
Comune di Ferrara, al professor Michele Sarcerdoti e al dottor Luciano
Caro rispettivamente presidente e rabbino della Comunità ebraica. L’organizzazione dei
vari eventi in cui si articola l’iniziativa è stata possibile grazie alla professionalità e alla di-
sponibilità ben oltre i doveri d’ufficio della dottoressa Mirna Bonazza, della dottoressa
Giovanna Caniatti, del dottor Davide Guarnieri, dell’architetto Laura Secchieri Graziani
e del personale dei rispettivi istituti.
Si tratta di un risultato di estrema importanza poiché non può prodursi cultura né
farsi storia di una città se non intrecciando e facendo sapientemente interagire fonti do-
cumentarie di natura e provenienza diverse di cui sono custodi le istituzioni culturali cit-
tadine. L’insieme di quelle fonti costituisce un vero e proprio sistema ecologico, la cui
conservazione e tradizione nel tempo richiede una cura ed un’attenzione speciali, un
amore ed uno sforzo collettivo di cui la comunità cittadina nel suo insieme e le istituzioni
che la rappresentano devono sentirsi partecipi e responsabili.
La Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna, per parte sua, concorrendo
attivamente alla realizzazione di questa manifestazione, ha voluto in primo luogo offrire
un ulteriore contributo alla tutela e alla valorizzazione della documentazione di interesse
ebraico, nei confronti della quale nel recente passato ha promosso un insieme di interventi
di riordino e inventariazione resi possibili dalle risorse assicurate dalla legge 17 agosto
2005, n. 175 –
Disposizioni per la salvaguardia del patrimonio culturale ebraico in Italia
.
Ma non si è trattato solo di questo. Si è voluto anche ribadire con forza come i prin-
cipi della collaborazione e del fare sistema costituiscano, nei tempi difficili che stiamo
vivendo, una ricchezza inestimabile che occorre difendere e sviluppare per affrontare con
fiducia il presente e il futuro.
S
TEFANO
V
ITALI
Soprintendente archivistico
per l’Emilia Romagna
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