Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Le Mura

Mura della città. Fotografia di Sandra Dvoranova. © MEIS

La cinta muraria citata nel Poema abbraccia una Ferrara moderna, la città che accoglie l'Ariosto una volta abbandonato il locus amoenus della casa materna a Reggio. Nel tracciato di circa 9 chilometri sono disseminate fortificazioni a pianta triangolare, le principali realizzate intorno al XV secolo.


Costruzione: XII Sec. (1100-1199)

Restauro: 1988 - 1999

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  • studio | porta | orto | mura | militare | guerra | fossato | fiume | famiglia | edificazione | casa | bastione | architetto | ampliamento

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  • La città di Ludovico Ariosto | Ferrara ebraica | Le Mura

Valorizzazione

È in particolare grazie all’impegno dello scrittore Giorgio Bassani che si devono l’avvio, negli anni Settanta, del recupero della cinta muraria, che ha contribuito all’inclusione della città di Ferrara e del suo territorio nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità stilato dall’Unesco.

Il contributo-manifesto al riguardo è l’intervento all’incontro-dibattito promosso dalla sezione ferrarese di Italia Nostra, l’associazione nazionale dedicata alla salvaguardia ambientale all’epoca presieduta proprio da Bassani, sul tema Le mura estensi e l’addizione verde, tenutosi a Ferrara il 7 marzo 1979, pubblicato con il titolo Ferrara e le sue mura. In quel testo Bassani esprime apertamente i propri auspici in merito a quel bene e la visione delle mura come elemento essenziale e peculiare della città di Ferrara, nonché caso emblematico a livello nazionale, per questo, appunto, da recuperare e salvaguardare.

 

La difesa estense impressiona Ariosto

L’Ariosto, che nel 1484 giunge a Ferrara dopo aver abbandonato le amenità del “Mauriziano” materno, si trova di fronte a una città fortificata le cui imponenti mura resteranno tanto impresse nel suo immaginario da apparire così riflesse nei canti nel Furioso:


Lontan si vede una muraglia lunga
Che gira intorno , e gran paese serra;
e par che la sua altezza al ciel s’aggiunga,
e d’oro sia da l’alta cima a terra.
…a me par oro, poi che sì risplende.
(O. F. VI, 59)


Come fu appresso alle sì ricche mura,
che’l mondo altre non ha de la lor sorte,
lasciò la strada che per la pianura
ampla e diritta andava alle gran porte;
(O. F. VI, 60)


Il tracciato disegnato da Biagio Rossetti è un esempio di perfetta fusione tra la città e il corpo difensivo delle mura. Egli adegua il corpo difensivo alle esigenze di una città nuova, adattandolo al perimetro disegnato dalle strutture dei borghi già esistenti: “…avrebbe potuto applicare un schema radio centrico, a perimetro ottagonale o a stella, oppure ortogonale. Il guscio avrebbe prevalso sull’abitato, il contenitore sul contenuto, la difesa militare sulla vita associata. Rifiutò pagando, ancora una volta, la sua grandezza di urbanista e architetto al prezzo della celebrità nel campo della trattatistica rinascimentale”. (Zevi 1960, p. 82). Lo stesso Ariosto resta colpito dalla perizia strategica nel sistema di difesa estense, elogiando la grandezza dei duchi, in particolare di Ercole I e di Alfonso I, i quali, dimostrando di avere a cuore la sicurezza della città, investirono intensi sforzi nell’imponente opera di fortificazione.


E che sarebbe tal per studio e cura
Di che al sapere et al potere unita
La voglia avendo, d’argini e di mura
Avria sì ancor la sua città munita,
che contra tutto il mondo star sicura
potria, senza chiamar di fuori aita.
(O. F. XLIII, 1-6)

Il perimetro iniziale

Le mura riscoperte e citate dal Poeta sono quelle che inglobano e lasciano spazio alle Delizie, le dimore di svago della famiglia estense, dove giungevano letterati e poeti da tutta la penisola. Il complesso fortificato, il cui perimetro era in origine di 13 chilometri, segue un primo tracciato risalente alla prima metà del XII secolo secondo il volere di Guglielmo degli Adelardi: abbracciava infatti l’area della città a nord del Po, il Borgo Nuovo, che rimase così cinto fino alla metà del XIV secolo. Le mura si presentavano allora come lunghe cortine rettilinee alte e merlate, intervallate da torri a pianta quadrata. Un primo rilevante ampliamento avveniva sotto Nicolò II d’Este, nel 1385, quando, in concomitanza all’edificazione di Castel Vecchio, le mura vengono rafforzate estendendosi lungo il Po. Nuovi interventi, dovuti al progressivo prosciugamento del fiume nella zona a Sud, portarono a un’ulteriore estensione in quella direzione. Della fortificazione della parte meridionale fu incaricato nel 1401 Bartolino da Novara e, a evidenziare il nuovo nodo difensivo, venne ordinata l’edificazione di Castel Nuovo (1428), opera dell'architetto Giovanni da Siena.
I successivi interventi sorgono in risposta ai conflitti bellici in cui Ferrara sarà coinvolta negli anni seguenti, in particolare la guerra del 1482 con Venezia porterà Ercole I d’Este a richiedere il potenziamento, l’anno dopo, dell’area Nord con un vasto terrapieno che colmava un’area da Santa Maria della Rosa fino a Borgoleoni.

I lavori di ampliamento

Il conflitto con Venezia induce il Duca ad allargare ulteriormente la cinta muraria abbracciando anche le delizie e i piccoli borghi posti aldilà del fossato della Giovecca. I lavori di ampliamento del tratto a Nord furono affidati nel 1493 a Biagio Rossetti nell’ambito del progetto per l’Addizione Erculea e si protrassero fino al 1505 apportando modifiche di grande innovazione fino a rappresentare, come sottolinea lo Zevi, uno dei primissimi ampli esempi di fronte bastionato italiano. Si ripropone l’uso dei terrapieni, efficaci nello smorzare la gittata dei proiettili avversari, mentre la cinta muraria viene inclinata per sfruttare la spinta contraria del terrapieno conferendo così ulteriore stabilità alla struttura. Anche gli alberi, probabilmente pioppi, concorrono a rendere il bastione più robusto seguendo una disposizione a filari lungo i rampari. Postazioni per le armi da fuoco diventano i baluardi che vengono costruiti lungo il tracciato. In particolare sotto Alfonso I questi assunsero la caratteristica forma a freccia, presenti a Sud della città, più efficaci nel fronteggiare la violenza degli attacchi a fuoco.

Testimonianze

«Suppongo che nessuno immaginerà che io parli come scrittore. È vero che ho cantato le mura di Ferrara in quasi tutti i miei libri, in prosa e in verso, ma oggi sono qui soprattutto come Presidente di Italia Nostra, per segnalare con la mia presenza l’importanza che l’Associazione annette al ripristino, al restauro, alla salvezza delle mura di Ferrara.

Sono qui dunque non soltanto per auspicare che le mura della mia città siano salvate, ma per riaffermare che esse, le mura, rappresentano per noi un caso emblematico. Se riusciremo a salvarle, a ripristinarle come occorre che siano ripristinate, l’esempio varrà anche per le altre città italiane, diversamente illustri ed importanti, che si trovano nelle stese condizioni.

[…] Le mura di Ferrara appartengono al centro storico della città, anzi, entro un certo limite, sono il centro della città medesima. […] Oggi […] fanno parte del centro storico i una città immensa che, in qualche modo, arriva ormai fino al mare (lo ha affermato Bruno Zevi, ed io sono d’accordissimo con lui.

[…] non si trovano alla periferia della città, bensì vi stanno dentro, sono la città. […]»

[G. Bassani, Ferrara e le sue mura, intervento all’incontro-dibattito Le mura estensi e l’addizione verde, promosso dalla sezione ferrarese di Italia Nostra, tenutosi a Ferrara il 7 marzo 1979; pubblicato con il titolo Ferrara e le sue mura, «Bollettino di Italia Nostra», 20 (1979), n. 181-182, p.3s., poi compreso in G. Bassani, L’italia da salvare. Scritti civili e battaglie ambientali, cur. C. Spila, Einaudi, Torino 2005, p. 222s., e nella successiva edizione accresciuta Giorgio Bassani. Italia da salvare. Gli anni della presidenza di Italia nostra (1965-1980), cur. D. Cola e C. Spila, Feltrinelli, Milano 2018, p. 241 s.]

 

«“Come sarebbe stata l’Italia senza il generoso impegno di Italia Nostra e di Giorgio Bassani che della benemerita associazione è stato Presidente dal 1965 al 1980. Certo più degradata di quanto oggi non sia”, scrive Fulco Pratesi nella quarta di copertina di “Italia da salvare” (di G. Bassani, pubblicato da Einaudi nel 2005).» (www.italianostra.org/chi-siamo/i-presidenti/giorgio-bassani/)

 

Bibliografia

Fototeca

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Stefania De Vincentis
  • Barbara Pizzo