Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Alfonso I d'Este

Battista Dossi, Ritratto di Alfonso I d'Este, 1530 © Galleria Estense Modena

Ludovico Ariosto combatté affianco al duca Alfonso I d’Este di cui ammirava sia la destrezza nelle arti belliche che la liberalità nel promuovere le belle arti.


Nascita: 1476

Morte: 1534

Categorie

  • via | studio | scuola | porta | poeta | parco | palazzo | mura | impiegato | guerra | duca | delizia | battaglia

Tag

  • La città di Ludovico Ariosto

I rapporti tra Ariosto e Alfonso I d'Este

Tra i protettori di Ariosto vi era, oltre al Cardinale Ippolito I d’Este, suo fratello e duca Alfonso I d’Este. Per suo conto “l’Ariosto – chierico secolare, diplomatico fine, poeta squisito – indossò la rozza armatura del soldato in pro’ degli Estensi” (Bertoni 1919, p. 141). Si trattava degli scontri interni alla rinnovata guerra con Venezia, per la cui occasione si erano eccezionalmente alleati nella lega di Cambrai (1508), il Papa Giulio II, l’imperatore Massimiliano d’Austra, il re di Francia Luigi XII, il re di Spagna e Alfonso I d’Este che ambiva a riconquistare il Polesine perduto dal padre durante la guerra del 1483. Alla vittoria estense condotta in maniera sagace dal Cardinale Ippolito durante gli scontri del 1509-1510 furono dedicati i versi nel Furioso:


Di cortesia, di gentilezza esempi
Fra gli antiqui guerrier si vider molti,
e fra i moderni; ma degli empi
costumi avvien ch’assai ne vegga e ascolti
in quella guerra, Ippolito, che i tempi
di segni ornaste agl’inimici tolti
e che traeste lor galee caprive
di preda carche alle paterne rive.
(O. F. XXXVI, 2)


Di quella battaglia Ariosto offre una viva descrizione, che testimonia come con Alfonso egli non fosse solo impiegato in impegni diplomatici ma prendesse anche parte attiva nell’impresa bellica.


Un Ercol vidi e un Alessandro, indutti
Da troppo ardir, partirsi a paro a paro
E spronando il destrier, passarci tutti,
e i nemici turbar fin nel riparo,
e giri sì innanzi, ch’al secondo molto
aspro fu il ritornare e al primo tolto.
(O. F. XXXVI, 6)


Alle guerre con Venezia per l’annessione dei territori di Rovigo e del Polesine si sommò anche la minaccia al Ducato mossa dallo Stato Pontificio, alleatosi successivamente con la Serenissima. L’astio della Chiesa nei confronti di Alfonso si mostrò così implacabile che Ariosto nel Furioso non seppe se definirla madre o matrigna.


A grande uopo gli fa l’esser prudente
e di valore assomigliarsi al padre;
Chè si ritroverà con poca gente,
da un lato aver le Venezie squadre,
colei dall’altro, che più giustamente
non so se dovrà dir matrigna o madre.
(O. F. III, 52)


Il clima di inimicizia tra la Roma di papa Giulio II e la Ferrara di Alfonso I raggiunse un livello tale che a proposito della cruenta battaglia di Ravenna nel giorno di Pasqua 1512, nota come “la Pasqua di sangue” l’Ariosto riportò nel Furioso un episodio diventato famoso. Gli Estensi affiancavano la Francia durante la battaglia contro l’armata Pontificia-Spagnola e, un’abile manovra attuata dall’artiglieria estense indusse le truppe avversarie piegarsi prone a terra consentendo all’esercito estense di approfittare della situazione per calpestarli con i cavalli. Pare che Alfonso I montasse “due spiritosi e grandi destrieri” abituati a uccidere i nemici sferzando calci e salti, tanto che per il numero di morti procurati avrebbero meritato che fosse conservato il loro ritratto. I meriti della vittoria che seguì a tale episodio furono totalmente riconosciuti al Duca e che così viene immortalato da Ariosto all’interno del Poema:


Costui sarà, col senno e con la lancia,
ch’avrà l’onor dei campi di Romagna,
d’aver dato all’esercito di Francia
la gran vittoria contra Iulio e la Spagna.
Nuoteranno i destrier fin alla pancia
nel sangue uman per tutta la campagna;
ch’a seppellire il popul verrà manco
tedesco, ispano, greco, italo e franco.
(O. F. III, 55)


Alfonso fu noto per la sua attenzione all’arte e all’abbellimento di Ferrara. Alla sua amministrazione si deve la realizzazione di opere uniche. A lui si deve la nascita dei “Camerini di Alabastro”, due studioli privati realizzati sopra la via Coperta e per la cui opera Alfonso incaricò alcuni tra i più importanti artisti dell’epoca: Antonio Lombardo, Giovanni Bellini, Tiziano, Dosso Dossi. A lui si deve anche l’idea di ornare esteriormente i bastioni della città di giardini, cedrare e viali alberati, creando delle oasi verdi dette Delizie. Tra queste, superiore per magnificenza fu la delizia del Belvedere, una lingua di terra a ogiva situata nel mezzo di un’ansa del Po a ridosso delle Mura della città. L’isola divenne un magnifico parco dove vennero radunati animali esotici di razze allora sconosciute mentre l’architettura della palazzo fu impreziosita da quadri e affreschi spettacolari. Delle meraviglie di quest’isola, purtroppo distrutta con la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio, sono impregnati anche i versi del Furioso:


Questa la più gioconda Isola fia
Di quante cinga il mar, stagno, o riviera:
sì che, veduta lei, non sarà ch’oda
dar più alla patria di Nausicaa loda.


Udì che di bei tetti posta innante
Sarebbe a quella sì a Tiberio cara; che cederian l’Esperide alle piante
Ch’avria il bel loco, d’ogni sorte rara;
che tante spezie di animali, quante
vi fien, né in mandara Circe ebbe né in hara;
che v’avria con le Grazie e con Cupido
Venere in stanza, e non più in Cipro o in Gnido.
(O. F. XLIII, 57-58)

Medaglione biografico

Alfònso I d'Este è stato duca di Ferrara, Modena e Reggio. Nacque a Ferrara il 21 luglio 1476, da Ercole I ed Eleonora d'Aragona, primogenito maschio dopo Isabella e Beatrice a cui seguirono Ferrante, Ippolito, Sigismondo. Successe alla guida di Ferrara dopo la morte del padre nel 1505. Nel 1491 sposò Anna Sforza che però morì giovanissima sei anni dopo. Nel 1501 grazie ad un’abile trattativa diplomatica del padre Ercole sposò Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI.
Il suo governo fu segnato da continue lotte con Venezia, Stato Pontificio Francia e Spagna. Dovette gestire anche disordini interni a Ferrara, in particolare nel 1506 represse la congiura ordita dai suoi due fratelli Giulio e Ferrante. Gonfaloniere dello Stato della Chiesa, combatté contro Venezia insieme alla lega di Cambrai, conseguendo le vittorie e i territori del Polesine che aveva perso il padre Ercole, ma in disaccordo verso la pace siglata da Giulio II nel 1510 fu punito con la perdita dei territori di Modena e Mirandola. La riconquista Modena e, in seguito anche di Reggio, fu l’oggetto degli scontri e alleanze che caratterizzarono gli anni seguenti, dove Alfonso lottò per arginare le mire espansionistiche dello Stato Pontificio su Ferrara. Riacquistò Modena e Reggio solo tra il 1530 e il 1531, grazie ad anni nei quali si adoperò per stringere alleanze strategiche. In particolare rinsaldò i rapporti con la Francia con il matrimonio tra il figlio Ercole e Renata di Francia e si guadagnò l’appoggio dell’Imperatore Carlo V che grazie al lodo di Colonia gli consentì di riottenere i territori perduti.

Durante le pause dal conflitto bellico, Alfonso I d’Este si dedicò alla cura e all’abbellimento di Ferrara, circondandosi di artisti e letterati in particolar modo Tiziano, il Dossi e l’Ariosto. La propensione del Duca d’etse per le belle arti u un attitudine che egli coltivò fin da giovane: “Alfonso, giovane ancora, usava passare nel 1493 gran parte della giornata col caposcuola dei pittori ferraresi, Ercole Roberti,che disegnava allora cartoni per la delizia del Belriguardo. C’era chi si lagnava di questa eccessiva premura del principe; ma intanto si veniva formando l’educazione artistica del futuro Duca, che nel fondere bronzi,intagliare stipi, dipingere maioliche trovava svago e riposo alle quotidiane fatiche amministrative” (Bertoni 1919, p. 196). Tra le opere di maggior rilievo realizzate sotto la sua guida vi fu la costruzione della delizia sull’isoletta del Belvedere (1514-1516) di cui si è già accennato. Dopo la morte per parto di Lucrezia Borgia nel 1519, Alfonso si legò a Laura Dianti con la quale, secondo alcune fonti accreditate ma senza la conferma ufficiale da parte della Chiesa, sì sposò prima di morire il 31 ottobre del 1534.

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Stefania De Vincentis