Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Scuola Primaria Statale "Alda Costa"

Scuola Alda Costa

Progettato dall’ingegnere Carlo Savonuzzi e realizzata tra il 1932 e il 1933, è parte integrante del Quadrivio del Novecento. Caratterizzata dall’alta torre e dall’impronta razionalista, originariamente era intitolata al re Umberto I, cambiando denominazione nel secondo dopoguerra in onore della dirigente socialista e insegnante antifascista Alda Costa.

 


VIA GAETANO PREVIATI 31

Costruzione: 1932 - 1933

Categorie

  • edificio pubblico | scuola

Tag

  • Scuola Alda Costa | Carlo Savonuzzi | Quadrivio del Novecento | Largo Michelangelo Antonioni | Ferrara città del Novecento

Storia dell'edificio

L’edificio nasce come istituto scolastico, funzione che mantiene a tutt’oggi.

La scuola, assieme agli altri edifici del quartiere cosiddetto razionalista, sorge all’inizio degli anni ’30, con la necessità di riqualificare l’area dell’ex ospedale cittadino, trasferito nel 1927 nella sede di Corso Giovecca dove è rimasto fino al 2012. Si è trattato di intervenire non soltanto sulle strutture ormai fatiscenti, ma anche sul piano urbanistico appunto dell’intera zona, aspetto di cui si occupò, in qualità di supervisore, Girolamo Savonuzzi, ingegnere capo del Comune di Ferrara, assieme al fratello Carlo nel 1931. Quest’ultimo si curò in prima persona anche della progettazione degli edifici, per i quali scelse di attenersi in modo stringente ed esplicito ai precetti razionalisti.

La costruzione della scuola fu affidata all’impresa di Quintilio Forti, che la realizzò tra il 1932 e il 1933.

L’intitolazione originaria ad Umberto I venne mantenuta fino al secondo dopoguerra, quando mutò in “Alda Costa”.

Per questo edificio non si può non evidenziare come lo stesso cambiamento di titolazione, da Umberto I ad Alda Costa, sia significativo della dissonanza di cui il bene è portatore: l’ideologia fascista, alla base della concezione come della stessa edificazione di questa scuola, viene in qualche modo stemperata dall’averlo dedicato, nel secondo dopoguerra, alla celebre dirigente socialista e insegnante antifascista (Ferrara, 26 gennaio 1876 - Copparo, 30 aprile 1944).

 

Descrizione dell'edificio

Alla vista l’edificio appare dunque imponente ed elegante, e tuttavia non solenne grazie ai giochi volumetrici creati dall’alternanza di scanalature, rientranze, sporgenze, arrotondamenti. Anche il sapiente avvicendamento cromatico contribuisce alla scansione del ritmo complessivo.

La struttura si mostra come un insieme di solidi, parallelepipedi e semicilindri oculatamente ponderato sul piano volumetrico e delle forme, che alleggerisce l’impianto e conferisce all’insieme movimento e un senso di forte tenuta e armonia. Caratteristica è la torre scanalata, che costituisce punto terminale dell’asse prospettico di via Giovanni Boldini: è alta 37 metri, come il serbatoio dell’acquedotto, progettato dallo stesso Carlo Savonuzzi e realizzato tra il 1930 e il 1932.

Centrale è l’uso del laterizio, tipico di Ferrara e grazie al quale, pur rivisto, l’edificio si inserisce efficacemente nel tessuto urbanistico e architettonico preesistente. Tale materiale si alterna sapientemente al cemento, alla pietra, al vetro, nonché al ferro dell’orologio, caratteristici dell’architettura razionalista.

Degli interni, Aroldo Canella, nel suo articolo Un edificio scolastico funzionale ci offre una descrizione di un’aula, sintetica ma efficace, all’epoca dell’inaugurazione: «La finestra divisa in quattro pilastri occupa tutta una parete riducendo al minimo le zone d’ombra. Il pavimento è in linoleum, e le pareti in finto marmo e cementina a tinta chiara. La porta è in legno verniciato alla nitrocellulosa» (cit., p. 35). In quell’articolo d’elogio a Carlo Savonuzzi per quanto realizzato («…a Ferrara una scuola così igienica, ariosa e pulita non si era ancor vista», ibid., p. 35), egli ricorda come «l’arredamento interno delle aule fu eseguito da altri e, diciamolo subito, non è in accordo collo stile della costruzione e cogli ultimi dettami dell’arredamento funzionale» (ibid., p. 35).

All’esterno il Palazzo si presenta ben mantenuto e privo di interventi che ne abbiano snaturato l’aspetto originario. Anche all’interno mantiene alcuni elementi originari, come scala e pavimentazione. Sul lato destro del fronte principale, nel secondo dopoguerra è stata aggiunta la scritta, a grandi dimensioni, “SCVUOLA ELEMENTARE / ALDA COSTA”, tuttora visibile.

La torre, che ha ospitato in passato un’aula scientifica e la biblioteca della scuola, attualmente è agibile fino al secondo piano, ovvero fino al livello in cui è sostenuta anche dalla struttura dell’edificio principale. Al pian terreno si trova un locale attualmente usato come ripostiglio, al primo piano l’ufficio della dirigente scolastica, al secondo un’aula polivalente. I piani superiori non sono accessibili per ragioni di sicurezza. Al terzo piano si trova un locale ora vuoto, nel quarto si trovano i meccanismi originali dell’orologio e si è al livello dei quadranti, all’ultimo a una balconata che si apre sul panorama cittadino.

Benché il meccanismo originale sia conservato, oggi non è più funzionante. Nel 2011 è stato sostituito da un meccanismo moderno, grazie al sostegno del Lions Club Ferrara Estense, che a sua volta è stato danneggiato alla centralina da un fulmine nel 2018 e riparato grazie al Comitato genitori.

 

Collocazione nel contesto urbano

Il cosiddetto Quadrivio del Novecento o Quadrilatero Novecentista, e con esso la scuola, si colloca, dirigendosi in direzione sud-est, a poche centinaia di metri dal Castello Estense, da Palazzo Municipale, da Piazza Trento-Trieste, e, seguendo l’asse viario corso Giovecca - viale Cavour, a poche centinaia di metri da Palazzo delle Generali, dal Palazzo dell’I.N.A. e dal Palazzo delle Poste.

 

L'edificio negli itinerari turistici

Il portale turistico della provincia ferrarese, Ferrara terra e acqua, annovera l’edificio nell’itinerario online Architettura moderna.

È inoltre parte dell’itinerario Ferrara città del Novecento.

 

Testimonianze

«Parlando all’architetto Carlo Savonuzzi chiedevo perchè [sic] à preferito la pietra nuda nella sua costruzione ed egli mi fece osservare che il mattone nel ferrarese è più conveniente (nel costo) del cemento armato. Domandai anche il perchè [sic] della torre e mi fu risposto che in essa deve essere contenuta la biblioteca. Quando si venne a parlare dello stile nuovo il Savonuzzi disse: m’immagino già quello che diranno di questo mio edificio; che è troppo novecento per Ferrara.

Capitando dinanzi ad una finestra l’architetto mi mostrò la chiesa del Gesù (si vedeva come nella nostra fotografia la parte absidale) guardi un po’ quei piani e col dito sembrava toccarli - come si muovono non sembrano voluti da un architetto novecentista?! La nuova architettura la si può trovare in parte nelle absidi delle chiese barocche, nelle case pompeiane, nelle rovine assise [sic] e babilonesi, negli archi di trionfo, nei profili e nei volumi delle nostre montagne. Non le pare?

Da noi a Ferrara la natura, e di conseguenza l’architettura, vuole il predomino della linea orizzontale ma deve essere grandiosa e solenne, i piani debbono avere profili taglienti e duri come il nostro carattere. Il Castello ne è la più tipica espressione».

(Aroldo Canella, Un edificio scolastico funzionale, in «Rivista di Ferrara», a. I, n. 10, ott. 1933, p. 35s.)

 

Note

Scheda a cura di Barbara Pizzo

 

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara