Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Monumento funebre a Ludovico Ariosto

Particolare del busto in marmo

Il 6 giugno del 1801 i resti del poeta vennero trasferiti dalla Chiesa di San Benedetto all’interno di Palazzo Paradiso con festeggiamenti che si protrassero per due giorni. L’urna contenente le ceneri del poeta fu trasportata dalla chiesa di San Benedetto a Palazzo Paradiso ove fu tumulata nel monumento funebre progettato dall’architetto Giovanni Battista Aleotti (Argenta, 1546- Ferrara, 1636).


VIA DELLE SCIENZE 17

Costruzione: 1801

Indice

Categorie

  • tomba | scultore | porta | poeta | pittore | monumento | famiglia | esecuzione | chiesa | architetto

Tag

  • La città di Ludovico Ariosto

Descrizione

Le spoglie di Ludovico Ariosto sono conservate nel monumento funebre della sala maggiore della Biblioteca il cui disegno è opera Giovan Battista Aleotti che affidò l’esecuzione in pregiati marmi di Verona ad Alessandro Nani. La tomba stessa appare più un’opera architettonica che scultorea. Dal basamento in marmi colorati si ergono quattro colonne dai capitelli corinzi che reggono l’architrave sul cui frontone, al centro, si colloca la nicchia dove è posto il busto in alabastro dell’Ariosto. Il tutto è sormontato da un ulteriore frontone dove si erge incastonato lo stemma della famiglia Ariosti mentre ai lati sono poste due statue, allegorie della gloria e della poesia eroica. Delle decorazioni pittoriche fu incaricato Giuseppe Santi, pittore bolognese attivo a Ferrara tra il 1700 e il 1830. Questi, con una soluzione dal forte impatto scenografico, crea un notevole modello di decorazione eroico-romantica, dove nei dettagli dell’armatura dipinta nei drappeggi e nei particolari di fiamme e fiori si ritrova la tradizione narrativa di stampo dossesco e ariostesco. Ed infatti tutta la scena vuole rimandare al genio romanzesco, satirico e comico dell’Ariosto. Lo sfondo è riccamente affrescato con figure allegoriche dove angeli e cherubini sorreggono un drappo verde mentre, ai lati sempre dipinte sono due candelieri dorati animati da una viva fiamma e posti su tripodi su cui è appare impressa l’immagine del poeta.
Tre iscrizioni corredano il monumento, due poste al centro l’una è dettata da Battista Guarini che elogia tra le altre le capacità politiche e amministrative dell’Ariosto, l’altra è di un dotto gesuita, mentre sul basamento vi è un testo di Girolamo Baruffaldi che ricorda lo spostamento della salma dalla chiesa di San Benedetto.

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Stefania De Vincentis