Max Ascoli e Ferrara - page 26

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portoni di legno ai capi di Via Vigna Tagliata; l’ultimo bloccava, verso
San Romano, la Via Gatta Marcia), chiudevano il Ghetto dal tramonto al-
l’alba di ogni giorno, mentre restavano sempre chiusi dal mezzogiorno
del Giovedì Santo a mezzogiorno del Sabato Santo. Le finestre, che da-
vano sulla Via Contrari e sulla Via Sant’Agnese (oggi Via Scienze), dove-
vano essere murate e tutti i lavori dovevano essere eseguiti entro il 29
settembre 1624.
Secondo il Frizzi
[42]
, la segregazione non ebbe luogo fino al 1627, in cui il
decreto, in sedici capitoli del cardinale Cennini, stabiliva le norme per il
riattamento delle case, l’orario di chiusura del ghetto, imponeva l’obbligo
di inferiate all’esterno e stabiliva lo “
jus Cazacà
”, cioè la tassazione diffe-
renziata, del diritto per gli Ebrei, di inquilinato perpetuo di case del
ghetto di proprietà di Cristiani
[43]
.
La costituzione del Ghetto, come le altre forme di internamento nel ’600,
era una delle strategie con cui lo stato moderno cercava di attuare la ra-
zionalità scientifica e filosofica codificata nelle sue teorie
[44]
. Tutto ciò che
si connotava differentemente dall’essere utile e pienamente subordinato
al potere assoluto dello stato, veniva considerato diverso e con ciò stes-
so deviante e pericoloso per la struttura e la gestione del potere
[45]
. Gli
Ebrei, come i poveri, i vagabondi, i mendicanti, gli oziosi, i folli, i leb-
brosi, gli appestati, erano, per ragioni diverse, accumunati dalla stigma-
tizzazione esercitata dallo stato che doveva, nelle grandi teorie delineate
in quei tempi, essere la realizzazione di una efficiente e visibile raziona-
lità produttiva.
L’internamento di interi gruppi sociali, ritenuti colpevoli delle loro stesse
condizioni socio-politico-religiose, divenne un fatto generalizzato nell’in-
tero continente europeo.
La Poor Law in Inghilterra aveva regolato, dal 1601, la questione della
povertà su base nazionale con la fondazione delle Work House, o case
di lavoro, nelle quali i poveri venivano rinchiusi e sottoposti ad una for-
ma di lavoro coatto e rigidamente disciplinato
[46]
. Il “
grande internamen-
to
” di Parigi, nel 1656, con l’istituzione dell’Hôpital General, coinvolse,
nel giro di un anno, circa 5000 persone in una gigantesca operazione di
polizia che condusse all’oppressione e allo sfruttamento di diverse cate-
gorie, che pur restando al di qua della soglia del crimine, esprimevano
con la loro condizione sociale o religiosa, sregolatezza e corruzione mo-
Max Ascoli e Ferrara
Il Ghetto
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